Crescono i redditi, ma Rimini è sotto la media. Magrini: "L’evasione resta il vero problema"

In città si dichiarano poco più di 20mila euro, a livello nazionale 23mila. Conforta l’aumento del 4% rispetto all’anno scorso

Crescono i redditi, ma Rimini è sotto la media. Magrini: "L’evasione resta il vero problema"

Crescono i redditi, ma Rimini è sotto la media. Magrini: "L’evasione resta il vero problema"

di Giuseppe Catapano

Una buona e una cattiva notizia. I dati del ministero dell’Economia e delle Finanze sulla base delle dichiarazioni Irpef presentate l’anno scorso, relative all’anno d’imposta 2022, dicono che i redditi medi nel Riminese sono in aumento, ma anche che tutta la nostra provincia è sotto la media nazionale.

Cominciamo dalla buona notizia. "Le dichiarazioni 2023 – osserva Juri Magrini, assessore al Bilancio del comune di Rimini – fotografano anche da noi una crescita evidente dopo i due anni di Covid. A Rimini, ad esempio, il reddito cresce del 4,2 per cento da un anno all’altro". Era di 19.441 euro l’anno scorso (dichiarazioni del 2022 sui redditi del 2021), ed è salito a 20.259 euro nell’ultima rilevazione del Mef (118.221 contribuenti). Rimini si piazza al primo posto tra i comuni della costa, seguono Riccione (19.889 euro) e Cattolica (19.743). Ma non è il comune più ‘ricco’ della provincia: il reddito medio più alto, come l’anno scorso, è a Montegridolfo: 21.019 euro (i contribuenti sono appena 717), a seguire c’è San Giovanni in Marignano con 20.003 euro.

Il fanalino di coda è Casteldelci: i 15.118 euro di reddito medio fanno del comune della Valmarecchia il secondo più povero dell’Emilia Romagna alle spalle di Goro, nel Ferrarese (12.900 euro). Ma si registra comunque un aumento rispetto all’anno scorso, quando Casteldelci chiudeva la classifica provinciale con 13.978 euro. Ed eccoci alla cattiva notizia. Il reddito medio nazionale è di 23.650 euro, vuol dire che tutta i comuni della nostra provincia sono sotto la media. Nazionale, ma anche regionale se si considera che in Emilia Romagna si dichiarano 25.880 euro. In linea con il dato nazionale c’è però un altro elemento. "E non è motivo di vanto – premette l’assessore Magrini –: il reddito dichiarato nella nostra provincia oltre i 55mila euro non arriva al 5 per cento del totale. A prescindere da ogni lettura sulle difficoltà e sulla crisi, che indubbiamente negli ultimi 10 anni ha colpito duro e tutti, è chiaro che c’è in Italia e anche sul nostro territorio ancora una percentuale sensibile di sommerso e di evaso. E questo, lo si è detto mille volte ma vale la pena ripeterlo, danneggia tutti". Il problema, dunque, è l’evasione. "Senza andare ad esempi eclatanti sto sulla cronaca: in commissione – rileva l’assessore al Bilancio – siamo riusciti a contenere e a ridurre al minimo l’adeguamento delle tariffe della Tari grazie alla sistematica azione di recupero dell’evasione tributaria. È la dimostrazione che se ognuno facesse il proprio dovere fiscale i benefici sarebbero dell’intera comunità. Benefici veri, non solo etici, ma economici. Le tasse alimentano quella rete di servizi primari che si chiama sanità, scuola, insegnanti, medici, infermieri, strutture ospedaliere, strade, servizi pubblici, forze dell’ordine. Possiamo permetterci, ancora nel 2024, che i due terzi delle imposte pagate provengano da appena il 20 per cento delle persone e cioè dipendenti e pensionati tassati alla fonte?".

Questo è il dato, anche a livello nazionale: il 20 per cento degli italiani paga due terzi delle tasse. Altri numeri relativi alla nostra provincia: sono 267.044 i contribuenti nei 27 comuni, la fascia di reddito tra 0 e 10mila euro incide per il 27,7 per cento sul totale complessivo, quella tra 10 e 15mila euro per il 13,4 per cento, quella tra i 15 e i 26mila euro per il 30 per cento, la fascia tra i 26 e i 55mila euro incide per il 21,4 per cento e infine quella tra 55 e 75mila euro per il 2 per cento sul totale. I redditi dichiarati oltre i 120mila euro sono 2.368 in tutta la provincia, per una percentuale dello 0,88 per cento.