"Dalla parte del generale Vannacci". Giannini censurato da Facebook

Il sindaco di Pennabilli: "Le accuse saranno cestinate, stanno cercando di tagliargli le gambe"

"Dalla parte del generale Vannacci". Giannini censurato da Facebook

"Dalla parte del generale Vannacci". Giannini censurato da Facebook

Facebook nei giorni scorsi ha rimosso un post dal profilo di Mauro Giannini (foto in basso), il sindaco di Pennabilli. Succede spesso che l’algoritmo si riveli molto sensibile a foto violente e contenuti con potenziali crimini d’odio. "Le motivazioni – spiega Giannini – che ho trovato nelle notifiche di Facebook sono queste: ’Abbiamo rimosso il tuo post perché contiene simboli o elogio e sostegno nei confronti di persone che consideriamo pericolose’". Nel post Giannini difendeva il generale Roberto Vannacci (foto in alto). Il sindaco: "Vannacci pericoloso? Non penso proprio". Giannini scriveva che "i patrioti non si toccano, i patrioti si onorano, i patrioti sono il cuore e la luce della patria. Il prestigio e la reputazione delle forze dell’ordine si compromette soltanto quando lo Stato permette che le divise stesse possano essere insultate, derise e aggredite gratuitamente. Camerata Roberto Vannacci ‘Tieni botta’! I patrioti si stanno per incazzare…". Giannini postava anche una vecchia foto, dove sono ritratti in campo largo un gruppo di paracadutisti mentre brandiscono il loro coltello puntandolo in aria. "Sarebbe questa l’organizzazione pericolosa?" Se lo chiede Giannini.

Sindaco, sente il peso della censura?

"I coltelli in aria sono una tradizione militare, la foto era in bianco e nero, vecchia. Non ho scritto nulla che andava contro la Costituzione. Le norme sono a favore della libertà di pensiero. Il fatto che hanno sospeso Vannacci per il libro ‘Il mondo al contrario’ è una cosa gravissima, non si può togliere il diritto di pensiero e opinione".

Lei rinnova il sostegno al generale?

"Al mille per cento".

Entrerebbe in politica con Vannacci?

"In base al tipo di progetto che potrebbe proporre, potrei appoggiarlo".

Nonostante l’indagine della procura militare per peculato e truffa, relativa al periodo in cui Vannacci era addetto militare all’ambasciata italiana di Mosca?

"Per quello che è successo in Russia, ne risponderà lui. Sono accuse che verranno cestinate. Finite le elezioni non se ne parlerà più, stanno cercando di tagliargli le gambe con queste mosse".

Rifarebbe quel post?

"Sì, ma non lo faccio perché altrimenti mi bloccano definitivamente".

Andrea G. Cammarata