
Al cinema di Rimini l’attore e il regista hanno parlato in anteprima di ’Queer’ "Non vedevo l’ora di lavorare a questo progetto: ho preso la palla al balzo".
Il Fulgor presenta Daniel Craig. Sabato sera, nel cinema che fu caro a Fellini è stato proiettato in anteprima Queer, il nuovo film del regista Luca Guadagnino, in uscita nei cinema italiani il 17 aprile prossimo. Anteprima che per l’occasione ha avuto l’onore di ospitare anche una presenza molto speciale: quella dello stesso protagonista della pellicola, l’attore britannico Daniel Craig. Craig è infatti entrato ’virtualmente’ nel Fulgor, dal momento che l’attore già noto per il ruolo di 007 si è video-collegato per raccontare la storia di Lee (interpretato proprio da Craig) e Eugene (Drew Starkey) che sperimentano il loro amore e allo stesso tempo la loro ossessione attraverso un viaggio in Sud America, con un finale inaspettato.
Prima della proiezione dell’adattamento cinematografico del romanzo omonimo di William S. Borroughs, lo schermo del Fulgor ha fatto un salto a Roma, per catturare appunto le parole in diretta di Guadagnino e Craig. In un cinema gremito così è andato in scena il racconto del film che ha già ottenuto una candidatura ai Golden Globe. "Era da tanto tempo che volevo lavorare con Guadagnino – ha detto Craig in collegamento –. Quando mi ha proposto questo progetto ho subito colto la palla al balzo. E la bravura del regista si è vista da subito, ha avuto la capacità di scegliere un cast di estremo spessore che ha saputo proiettare sullo schermo questo romanzo in modo fedele".
Dopo una breve presentazione del film, l’ex 007 ha raccontato anche qualche segreto del set, il suo rapporto con i colleghi e soprattutto quello con Drew Starkey. "Drew e io ci siamo conosciuti rapidamente, lui è un attore maturo e molto devoto al suo lavoro – riprende l’attore britannico –. Abbiamo sviluppato un’intesa che andasse al di là delle parole per impersonare un rapporto importante e profondo, proprio come nella storia. Quando arrivo sul set cerco sempre di essere preparato, poi il primo giorno di riprese tutto finisce fuori dalla finestra, non penso più a niente e scopro così la vera essenza del personaggio. Guadagnino sapeva sin dall’inizio cosa voleva Lee e io mi sono lasciato guidare nel viaggio". Un sodalizio artistico, quello tra Craig e Guadagnino, che fino ad ora non si era mai espresso prima di Queer. "Sono un enorme ammiratore di Daniel – ha spiegato il regista –. Dalla prima volta che abbiamo parlato del film ci siamo subito aiutati a vicenda per rendere giustizia al romanzo".
Federico Tommasini