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Democrazia cristiana primo partito. Mandato per formare il governo
San Marino sceglie ancora una volta la Democrazia Cristiana. Il Pdcs era il primo partito del paese alle ultime elezioni politiche e lo è oggi. E si prende di diritto, in coalizione con Alleanza Riformista, il mandato per formare il prossimo governo. Al partito del segretario Venturini il compito di cercare i compagni di viaggio giusti per mettersi al comando, come detta la legge elettorale. Da oggi, quindi, scatterà la fase della negoziazione. È passata abbondantemente la mezzanotte, con le operazioni di voto chiuse alle 20, quando ancora mancano quattro sezioni da scrutinare. Tra un intoppo e l’altro. Il risultato quindi, a notte fonda, è ancora parziale. Ma la linea è tracciata. La Dc ha sostanzialmente confermato i numeri delle elezioni di cinque anni fa. Era al 33,37% allora, è al 33,84%. Il suo alleato, Alleanza Riformista si assesta al 7,26%. Alle spalle della ’regina’ Dc, c’è la lista formata da Libera e Partito socialista (15,90%). Che, viaggiando in coalizione con il Partito dei socialisti e dei democratici (12,18%), si assesta al 28,43%. Se Repubblica Futura è in linea con le precedenti elezioni, seppur guadagnando più di un punto percentuale (11,73%), il vero crollo è quello di Rete che passa dal 18,33 del 2019 al 5,18%. Rete balla sulla linea di sbarramento fissata al 5%, proprio come Demos quando manca una manciata di schede da scrutinare. Questa volta, viaggiando in solitaria, crescono i consensi per Domani Mutus Liberi che cinque anni fa, in compagnia di Rete aveva superato il 6% (ora all’8,53%). E in tutto ciò l’affluenza, già calata quasi del 4% alle elezioni del 2019 rispetto a quelle del 2016, cala ancora. Questa volta del 5,01%. Dei 38.338 elettori totali, hanno votato in 19.446, il 50.72%. Ma questa volta, a differenza della precedente tornata elettorale, a essere meno presenti alle urne rispetto al solito non sono stati gli elettori esteri, ma quelli ’in casa’. In quasi tutti i Castelli si registra un calo dal 2% in su. La percentuale degli elettori interni è 77,01% con un -2,66% rispetto a cinque anni fa. Sono 17.988 quelli che ieri si sono presentati ai seggi, sui 23.359 aventi diritto. Evidentemente, nonostante il +0,11% rispetto al 2019, resta sempre e comunque bassa l’affluenza al voto di quei sammarinesi che sono più o meno lontani dal Titano. Dei 14.979 aventi diritto, soltanto1.458 hanno votato (il 9,73%). Poi la consueta curiosità. Perché Montegiardino, il Castello più piccolo del Titano, resta quello in cui si vota di più (83,43%), mentre fanalino di coda è quello di Serravalle con il 75,43%. Le schede bianche sono poco più di 1.000.