Democrazia cristiana primo partito. Mandato per formare il governo

Gli elettori premiano la coalizione con Alleanza Riformista. Libera si attesta intorno al 16%

Democrazia cristiana primo partito. Mandato per formare il governo

Democrazia cristiana primo partito. Mandato per formare il governo

San Marino sceglie ancora una volta la Democrazia Cristiana. Il Pdcs era il primo partito del paese alle ultime elezioni politiche e lo è oggi. E si prende di diritto, in coalizione con Alleanza Riformista, il mandato per formare il prossimo governo. Al partito del segretario Venturini il compito di cercare i compagni di viaggio giusti per mettersi al comando, come detta la legge elettorale. Da oggi, quindi, scatterà la fase della negoziazione. È passata abbondantemente la mezzanotte, con le operazioni di voto chiuse alle 20, quando ancora mancano quattro sezioni da scrutinare. Tra un intoppo e l’altro. Il risultato quindi, a notte fonda, è ancora parziale. Ma la linea è tracciata. La Dc ha sostanzialmente confermato i numeri delle elezioni di cinque anni fa. Era al 33,37% allora, è al 33,84%. Il suo alleato, Alleanza Riformista si assesta al 7,26%. Alle spalle della ’regina’ Dc, c’è la lista formata da Libera e Partito socialista (15,90%). Che, viaggiando in coalizione con il Partito dei socialisti e dei democratici (12,18%), si assesta al 28,43%. Se Repubblica Futura è in linea con le precedenti elezioni, seppur guadagnando più di un punto percentuale (11,73%), il vero crollo è quello di Rete che passa dal 18,33 del 2019 al 5,18%. Rete balla sulla linea di sbarramento fissata al 5%, proprio come Demos quando manca una manciata di schede da scrutinare. Questa volta, viaggiando in solitaria, crescono i consensi per Domani Mutus Liberi che cinque anni fa, in compagnia di Rete aveva superato il 6% (ora all’8,53%). E in tutto ciò l’affluenza, già calata quasi del 4% alle elezioni del 2019 rispetto a quelle del 2016, cala ancora. Questa volta del 5,01%. Dei 38.338 elettori totali, hanno votato in 19.446, il 50.72%. Ma questa volta, a differenza della precedente tornata elettorale, a essere meno presenti alle urne rispetto al solito non sono stati gli elettori esteri, ma quelli ’in casa’. In quasi tutti i Castelli si registra un calo dal 2% in su. La percentuale degli elettori interni è 77,01% con un -2,66% rispetto a cinque anni fa. Sono 17.988 quelli che ieri si sono presentati ai seggi, sui 23.359 aventi diritto. Evidentemente, nonostante il +0,11% rispetto al 2019, resta sempre e comunque bassa l’affluenza al voto di quei sammarinesi che sono più o meno lontani dal Titano. Dei 14.979 aventi diritto, soltanto1.458 hanno votato (il 9,73%). Poi la consueta curiosità. Perché Montegiardino, il Castello più piccolo del Titano, resta quello in cui si vota di più (83,43%), mentre fanalino di coda è quello di Serravalle con il 75,43%. Le schede bianche sono poco più di 1.000.