"Ex Questura, il pubblico interesse non lo decide il privato"

"Ex Questura, il pubblico interesse non lo decide il privato"

"Ex Questura, il pubblico interesse non lo decide il privato"

"Il pubblico interesse non lo decide una società privata. Lo decide la pubblica amministrazione. Lo decidono quegli organi di governo del territorio incaricati pro tempore di fare gli interessi della città, e lo devono valutare liberamente, senza condizionamenti esterni e, fino a che le idee non diventano atti vincolanti, liberi dalle considerazioni delle passate amministrazioni". Durissima la nota del Pd, a firma del segretario provinciale Filippo Sacchetti e della segretaria comunale Fiorella Zangari, in linea con la posizione del Comune, sul tema della riqualificazione dell’ex questura di via Bassi.

Nel mirino dei dem c’è naturalmente Asi (Ariminum sviluppo immobiliare), società proprietaria del complesso, che sostiene che il suo progetto di recupero per l’ex Questura, Rimini Life, sposi l’interesse pubblico. Sacchetti e Zangari parlano di "querelle che ha decisamente superato il paradossale per scivolare nel grottesco". E di "un approccio muscolare e provocatario (di Asi) nei confronti dell’amministrazione". "È necessario un accordo – continua il Pd in una nota – per dare attuazione ad un piano che coniughi gli interessi pubblici con i legittimi interessi commerciali ed economici della società acquirente. Accordo di programma che è il solo percorso urbanistico che permetterebbe di attuare, su un area priva di precisa destinazione urbanistica, degli interventi in anticipo rispetto al normale corso della pianificazione, in anticipo sul Piano urbanistico generale".

Il punto chiave è proprio questo: Asi (con vari politici di opposizione) ha affermato che attendere i tempi del Pug, circa 6-7 anni, sia un modo per buttare la palla in tribuna. "Il problema della ex Questura va indubbiamente risolto – continua il Pd – Rappresenta un’offesa a Rimini, causata da un fallimentare rapporto tra un privato e lo Stato. Ma è un problema che non può risolversi costi quel che costi. Non può essere la comunità riminese a pagare questo scandalo. La sua risoluzione non può avvenire a spese e a scapito del pubblico interesse. Il dialogo deve ripartire da qui: un dialogo costruttivo per capire gli interventi strategici da attuare in quell’area a beneficio di tutti".

Mario Gradara