"Famiglia distrutta, dolore grande" La disperazione del fratello di Gino

Le parole di David Lombardi: "Aspettiamo l’esito dell’autopsia e il benestare della magistratura, poi organizzeremo il funerale a Catania. Piango da giorni e non so spiegare perché l’ha fatto".

"Famiglia distrutta, dolore grande"  La disperazione del fratello di Gino

"Famiglia distrutta, dolore grande" La disperazione del fratello di Gino

Un quartiere sotto choc. È quello di Borgo Marina, dove Gioacchino Leonardi (foto), per tutti Gino, e Svetlana Ghenciu abitavano da parecchi anni, sempre nello stesso appartamento nel palazzone al numero 74 di via Gambalunga. Un grande condominio, in una delle zone più multietniche di Rimini. Quasi tutti, da queste parti, conoscevano quella donna bionda, sempre sorridente e gentile, che si divertiva a condividere sui social network i video realizzati con le amiche o le foto in mezzo al verde in compagnia del cane. Svetlana lavorava per il panificio Fellini, in Corso d’Augusto. "Era una persona squisita, di una solarità e una simpatia uniche": così la descrivono datori di lavoro e colleghe. Anche se per quanto riguardava la sua sfera privata, era molto riservata. "Sul posto di lavoro non era mai emerso nulla riguardo la sua relazione con il marito. Non ci parlava mai di quell’uomo". D’altra parte, era lei, Svetlana, "a portare i soldi a casa, a occuparsi del mantenimento della famiglia" dice ora qualcuno. Oltre al figlio avuto con l’attuale compagno, oggi sedicenne, era madre di un altro ragazzo, di qualche anno più grande, che risiede in Moldavia. Gioacchino, che avrebbe compiuto 50 anni il 4 luglio prossimo, era originario di Catania, città in cui abita la sua famiglia. Alcuni parenti, appena saputa la notizia, sono subito partiti alla volta di Rimini. In passato aveva trovato impiego come steward e guardia giurata, mentre negli ultimi tempi lavorava saltuariamente come vigilantes in spiaggia. La pistola con cui ha sparato alla moglie era regolarmente detenuta per uso sportivo. "Hai lasciato un immenso vuoto in noi fratelli, nella mamma e nel papà, ma il vuoto più grande l’hai lasciato in tuo figlio. Riposa in pace, ti ricorderò per sempre". Queste le parole del fratello David, che ieri mattina ha condiviso un post su Facebook. "Sono due giorni che non faccio altro che piangere. Non posso dire nulla su quanto accaduto. La nostra famiglia è distrutta. Attendiamo il nulla osta della magistratura per riportare la salma di Gino in Sicilia". Il figlio della coppia, ancora minorenne, per il momento è stato affidato alla zia materna, che vive a Rimini insieme agli altri parenti moldavi di Svetlana, dai quali è stato accolto con grande calore e umanità, ed è già stato ascoltato – con tutte le tutele del caso, vista la delicatezza della situazione – dagli inquirenti, al lavoro per cercare di ricostruire la vita dei coniugi. Rientrando in via Gambalunga lunedì pomeriggio, dopo aver trascorso i due giorni precedenti a casa della fidanzata, il ragazzo avrebbe trovato la porta chiusa dall’interno. Avrebbe quindi chiesto aiuto ad altri condomini, che alla fine sono riusciti a forzare la serratura e ad entrare.

Lorenzo Muccioli