Folle inseguimento: un ragazzino è in coma

A Riccione l’auto non si era fermata all’alt dei carabinieri, poi lo schianto. Convalidato l’arresto per l’unico maggiorenne che era alla guida

E’ ancora ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Bufalini di Cesena, in condizioni molto critiche, il minorenne di origine bosniaca che, insieme al fratello e due cugini, è stato protagonista del rocambolesco inseguimento andato in scena (video) l’altro pomeriggio sul lungomare di Riccione.

Folle inseguimento: in coma uno dei ragazzini sull'auto dei fuggiaschi (foto Migliorini)
Folle inseguimento: in coma uno dei ragazzini sull'auto dei fuggiaschi (foto Migliorini)

Una fuga che si è conclusa in viale D’Annunzio, all’altezza delle ex Conchiglie, quando l’auto - una Audi A6 stationwagon, che in precedenza non si era fermata all’alt intimato dalla pattuglia dei carabinieri, seminando poi il caos tra la Statale 16 e il Marano - è andata a schiantarsi prima contro un albero e successivamente contro una Fiat 500X, condotta da una riccionese di 27 anni.

Il bilancio è di cinque feriti: oltre alla ragazza, in pronto soccorso sono finiti anche i sospettati che si trovavano a bordo dell’Audi con targa francese. Si tratta di due coppie di fratelli, residenti nel Bolognese. Tre di loro sono minorenni, mentre l’unico maggiorenne (che ha 22 anni) si trovava al volante dell’auto che era stata in precedenza intercettata dai militari dell’Arma nella zona di Spontricciolo. Il sospetto degli inquirenti è che possa trattarsi di una banda specializzata nei furti in abitazione, dato che all’interno della vettura sarebbero state trovate delle torce e dei passamontagna.

Ieri mattina, intanto, si è tenuto il processo per direttissima nei confronti dell’unico componente maggiorenne del gruppetto, difeso dall’avvocato Fabrizio Belli. Il 22enne era accusato di resistenza e false generalità. Davanti al giudice, si è giustificando sostenendo di non essersi fermato in quanto non aveva con sé la patente. Inoltre, avrebbe fornito false generalità perché si trovava in uno stato di confusione dovuto all’incidente.

Al termine dell’udienza il giudice ha convalidato l’arresto e disposto nei confronti dell’indagato l’obbligo di firma e il divieto di uscire nelle ore notturne. Per diversi minuti, i fuggitivi hanno letteralmente seminato il panico nelle strade della Perla Verde, compiendo una serie di manovre azzardate e pericolosissime in mezzo al traffico pur di seminare la gazzella dei carabinieri che li inseguiva a sirene spiegate, rischiando anche di travolgere un ciclista.