Gli hotel per i lavoratori: "Ne seguiamo una quindicina, la trasformazione è possibile"

L’assessore Roberta Frisoni ha incontrato Confindustria per presentargli il piano del Comune "Abbiamo già visionato alcune immobili privati e altri saranno valutati prossimamente" .

Gli hotel per i lavoratori: "Ne seguiamo una quindicina, la trasformazione è possibile"

Gli hotel per i lavoratori: "Ne seguiamo una quindicina, la trasformazione è possibile"

Piccoli investimenti e tanta sostanza. La ricetta che l’assessore Roberta Frisoni ha illustrato ai referenti di Confindustria nell’incontro di martedì, poggia le sue basi su questi pilastri per recuperare vecchie pensioni e hotel in disuso, e offrire un’alternativa a studenti, medici e universitari a caccia di un alloggio. Stiamo parlando degli staff hotel o studentati. Ad oggi sono una quindicina le strutture su cui si è posata l’attenzione del Comune.

Il provvedimento del Comune consente la trasformazione temporanea di queste strutture per adibirle a nuovi servizi capaci di intercettare bisogni arginando criticità crescenti, come nel caso della ricerca di alloggi da parte di lavoratori. "Si tratta di azioni necessarie a stimolare la riqualificazione del patrimonio di strutture alberghiere dismesse - spiega l’assessore -, che assume un valore aggiunto perché incrocia un interesse pubblico rilevante come quello di offrire una risposta al crescente fabbisogno di alloggi per universitari così come per gli specializzandi che lavorano in ospedale o i dottorandi, fino ai lavoratori stagionali della nostra filiera turistica attraverso la realizzazione di residenze collettive". La trasformazione delle attività richiede tempo. "Abbiamo già visionato alcune immobili privati e altri saranno valutati prossimamente. Stiamo parlando di strutture in disuso che per la loro conversione temporanea in studentati o staff hotel non devono richiedere da parte dei proprietari trasformazioni radicali, ma investimenti in grado di garantire interventi di manutenzione adeguamento utili a garantire i requisiti di spazi, accessibilità, qualità e sicurezza richiesti, che risultano quindi sostenibili a fronte della prospettiva di gestione quinquennale e decennale definita dalla variante al Rue. Crediamo dunque ci siano le condizioni per avviare questo percorso, amministrazione e tessuto imprenditoriale insieme, per contribuire a stimolare la riqualificazione edilizia e dare più opportunità abitative agli studenti e ai lavoratori che scelgono la nostra città per formarsi e vivere”. Possono rientrare nella lista solo le strutture che hanno cessato l’attività ricettiva prima del 25 marzo del 2021. I titolari per renderle operative possono svolgere solo manutenzioni e interventi di adeguamento sempre che necessari.