Granchio blu sei cotto. Parte da Rimini l’azione per promuovere l’uso del crostaceo in cucina

Ideata da Legacoop Agroalimentare e Cooperativa Casa del Pescatore, prevede di inserire dei menù a tema nei ristoranti e negli hotel della Riviera, ma anche la vendita di un sugo già pronto da gustare

Granchio blu sei cotto. Parte da Rimini l’azione per promuovere l’uso del crostaceo in cucina

Granchio blu sei cotto. Parte da Rimini l’azione per promuovere l’uso del crostaceo in cucina

Di necessità si fa virtù. Soprattutto se si tratta di granchio blu che, da potente killer di cozze e vongole, potrebbe diventare una delle bandiere della cucina romagnola. L’insidiosa specie aliena già da tempo popola i nostri mari ma, dall’anno scorso, si è rivelato essere un problema per i pescatori e allora Legacoop Agroalimentare ha pensato a ’Granchio blu sei cotto’: il progetto che vuole promuovere ed educare al consumo del crostaceo, tramite menù a tema ma anche un sugo già pronto. Diventando così un originale souvenir delle vacanze romagnole ed efficace strumento di marketing, affiancato a gadget per adulti e bambini. "L’essere umano può essere l’unico controllore biologico di questa specie ha detto Cristian Paretti, presidente di Legacoop Agroalimentare –. Far crescere il consumo di granchio blu con l’offerta di un prodotto già pronto ad essere cucinato, potrà dare anche un piccolo sollievo economico agli allevatori di molluschi alle prese con uno stravolgimento dell’ecosistema che ha portato di fatto all’azzeramento della produzione di vongole veraci mettendo in ginocchio i pescatori. Un’iniziativa, questa della Romagna, che potrebbe fare da apripista in altre regioni con il coinvolgimento delle nostre cooperative. Iniziativa che si sposa anche con il recente al D.l. Agricoltura dove finalmente il granchio blu è stato considerato un problema ambientale, e quindi è stato istituito un commissario straordinario, e dove sono stati stanziati aiuti alla filiera ittica per contrastare la crisi economica". La campagna di promozione è pronta e si punta sulla riconoscibilità: vetrofanie, cartelli e gadget per far conoscere questo prodotto e comunicare subito quali attività lo cucinano. Ma anche con pianificazioni su media nazionale e i nternazionali. Così come già fatto con le cozze della Romagna, che è a tutti gli effetti un marchio, e le vongole di Romagna, per cui lo si sta costruendo. E il prossimo potrebbe essere proprio il granchio blu. Massimo Bellavista, responsabile acqua cultura Legacoop ha aggiunto: "I pescatori non hanno più reddito e il progetto vuole introdurre il crostaceo nella nostra cultura alimentare. Ci auguriamo che hotel e ristoranti lo inseriscano nei menu. Ora lavoreremo sui murici che, ci dicono i pescatori, stanno mangiare le lumachine di mare". Anna Montini, assessora cittadina alla blu economy è fiduciosa perchè "Emilia Romagna e Italia sono brave a valorizzare i prodotti locali. Già alcuni anni fa 5 ragazze di Rimini avevano provato che poteva essere cucinato. Credo che questa sfida la vinceremo come è avvenuto in passato. Sempre con lo spirito di coesione". Fiduciosa anche Patrizia Rinaldis, presidente di Feder Alberghi: "Siamo all’apertura di una stagione turistica e siamo il primo distretto italiano. Il messaggio importante da lanciare da Rimini è come siamo capaci a trasformare un problema in risorsa". L’iniziativa è ideata da Legacoop Agroalimentare e Cooperativa Casa del Pescatore di Cattolica, in collaborazione Ecomondo, Legacoop Emilia Romagna e con i pescatori del Consorzio Pescatori di Goro (Co.Pe.Go), Cooperativa la Vela, Cooperativa pescatori di Cervia, Casa del pescatore di Cesenatico e Cooperativa Lavoratori del Mare di Rimini.

Francesco Pierucci