Il delitto di Marebello. Massacrò il connazionale per il furto di un telefono. Senegalese verso il giudizio

Il 35enne Alioune Mbaye dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dopo il pestaggio al parco Murri di Ndiaye Babacar, che morì 18 giorni dopo.

Il delitto di Marebello. Massacrò il connazionale per il furto di un telefono. Senegalese verso il giudizio

Il delitto di Marebello. Massacrò il connazionale per il furto di un telefono. Senegalese verso il giudizio

Dovrà rispondere di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi, per avere (secondo le accuse) causato la morte di Babacar Ndiaye, senegalese di 60 anni, massacrandolo con calci ripetuti all’addome e lesionandogli così gli organi interni. Un’accusa pesantissima quella mossa nei confronti di Alioune Mbaye, il 35enne senegalese arrestato lo scorso 24 luglio dalla polizia dopo essere stato il protagonista di una violenta rissa con Babacar Ndiaye e altri due connazionali al parco Murri di Marebello. Per Alioune Mbaye, difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù, è arrivato il decreto di giudizio immediato, come richiesto dal pubblico ministero Davide Ercolani, a cui però è seguita la richiesta del giudizio con rito abbreviato da parte della difesa (che sarà dichiarato non ammissibile dal gup in ordine all’aggravante dei futili motivi, ma potrà essere recuperato lo sconto di pena previsto dal rito qualora in sede di giudizio ordinario l’aggravante dovesse decadere). Il 35enne sarà perciò destinato a un processo ordinario dinanzi alla Corte d’Assise, dove oltre che per l’omicidio, Alioune Mbaye dovrà rispondere anche di lesioni personali aggravate, per le ferite provocate – con i cocci di due bottiglie di vetro – agli altri due connazionali finiti nel mirino della sua furia.

Secondo quanto ricostruito dall’accusa in fase di indagine, Alioune Mbaye il pomeriggio del 24 luglio scorso aveva appunto ridotto in fin di vita il connazionale Babacar Ndiaye (deceduto poi al Bufalini 18 giorni dopo l’aggressione a causa delle ferite riportate) al culmine di una lite nata al parco Murri e causata dal furto di un telefonino. Un parapiglia che scoppiò in pieno giorno a Marebello, cominciato nel momento in cui il 35enne stava riposando nel parco, prima di accorgersi di essere stato derubato del cellulare. Sarebbe stato a quel punto che (stando dalle indagini condotte dalla mobile) il 35enne se la sarebbe presa con due connazionali, poi feriti con i cocci di bottiglia. Fu in questo contesto che la vittima intervenne per soccorrere i due uomini feriti dal 35enne che a quel punto rivolse la propria rabbia verso il sessantenne, fino a ridurlo in fin di vita a calci nel ventre. Colpi che provocarono seri danni agli organi interni dell’uomo, il quale infine spirò dopo 18 giorni di agonia in ospedale, facendo mutare l’accusa nei confronti del 35enne da lesioni a omicidio.

Francesco Zuppiroli