Il mondo della boxe in lutto. Addio al guerriero Efrem Donati: "Ha sfidato tutti i migliori"

Aveva 84 anni. L’annuncio della scomparsa durante il "Memorial Raggini", lo sconforto di Loris Stecca. Ha entusiasmato le folle e ha saputo tener testa anche a campioni come Bruno Arcari. Oggi il funerale.

Il mondo della boxe in lutto. Addio al guerriero Efrem Donati: "Ha sfidato tutti i migliori"

Il mondo della boxe in lutto. Addio al guerriero Efrem Donati: "Ha sfidato tutti i migliori"

È morto nella giornata di domenica, a 84 anni, un atleta di quelli da leggenda, le cui azioni si tramandano oralmente, più che attraverso video e post sui social.

È scomparso Efrem Donati, pugile sublime di un’epoca che non c’è più, simbolo della Romagna tra San Mauro Pascoli, dov’è nato, Santarcangelo e Rimini. Nel primo pomeriggio di oggi, alle 15.30 alla chiesa parrocchiale di San Vito, si svolgeranno i funerali. Nel mondo del pugilato è sconforto.

Come domenica sera, alla terza edizione del "Memorial Ezio Raggini", svoltasi a San Vito e organizzata dalla Italica Boxe di Fabrizio Del Vecchio e Riccardo Di Leonardo. Un minuto di raccoglimento per Raggini e per Donati.

Attimi di grande partecipazione e commozione, alla presenza di campioni di ieri e di oggi come Loris Stecca e Matteo Signani.

Donati, il cui score complessivo racconta di 37 vittorie, 11 sconfitte e 3 pareggi, ha combattuto negli anni ’60, iniziando col primo match nel novembre del 1961, una vittoria con Luciano Broccati a Rimini, e finendo con la sconfitta ai punti con Italo Duranti nel febbraio del 1968, a Brindisi. In mezzo una carriera da guerriero del quadrato, senza esitazioni, con tanta energia e coraggio.

Un superleggero che ha entusiasmato le folle e che ha saputo tener testa anche a un olimpionico e campione del mondo come Bruno Arcari, pur perdendo due volte tra il 1965 e il 1967. Una carriera, quella di Donati, cominciata con una striscia di 29 vittorie, interrotta dal pari con Piero Brandi a Rimini per il titolo italiano.

Mancino, dotato di notevole gancio sinistro e gran picchiatore, è rimasto per anni nel mondo del pugilato prima di allontanarsi, senza però lasciare che l’aura da campione si spegnesse.

Magari una visita alla palestra, un consiglio su un nuovo pugile da osservare ai maestri del presente. Sempre con la stessa sapienza e l’amore per lo sport.

Diplomato (perito edile), a quei tempi non proprio la normalità per chi aveva deciso di intraprendere un certo tipo di carriera, era impiegato in Comune. Una vita, dunque, anche normale e ordinaria, se non fosse che durante la carriera nel ring ha mostrato con costanza i valori del coraggio e della determinazione, riconosciuti da tutti nel mondo del pugilato.

Efrem Donati è ricordato con affetto da chi lo ha incontrato e dai semplici tifosi del pugilato anni ’60. Le riunioni pugilistiche in Romagna proseguono e c’è da esser certi che nelle prossime settimane e nei prossimi anni il suo nome verrà celebrato con eventi e manifestazioni dello sport che lo ha portato a emergere.

Loriano Zannoni