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Il presidente Carli: "Il costo del gasolio è un problema concreto"
Carlo Carli, presidente Confagricoltura Rimini, Cesena e Forlì, qual è la sua posizione sulle proteste in corso?
"Fondamentalmente molte delle proposte e delle richieste che vengono poste in essere oggi dai manifestanti, in questi anni, sono sempre state portate all’attenzione della politica dalla nostra associazione, sia a livello nazionale che a livello europeo". Crisi climatiche ma anche difficoltà di approvvigionamento per la materia prima a causa del conflitto in Ucraina obbligano i governi centrali a puntare i riflettori sull’agricoltura?
"Percepiamo una politica sempre più interessata all’agricoltura, serve lavorare su tavoli specialistici e serve guardare alla fiscalità dell’agricoltura".
Cosa si sta trascurando di altro?
"Ci sono novità tecnologiche e scenari di opportunità diverse per gestire le nostre aziende che non vanno sottovalutate". Ma c’è anche il problema del costo dei carburanti, che fa lievitare i prezzi di produzione.
"Le accise sul combustibile in Italia ci saranno fino al 2025, anche se in altri paesi d’Europa non esistono. Il costo del gasolio è un problema concreto e in alcune regioni sale davvero alle stelle".
E c’è il problema dei fitofarmaci, ridurli implica una riduzione dei guadagni?
"Quella dei fitofarmaci è una battaglia che facciamo da circa 8 anni soprattutto in Emilia-Romagna dove esiste da tempo una politica di riduzione dei trattamenti, ridurre del 50% (ovvero quello che chiede l’Europa) i fitofarmaci significa mettere in crisi il settore. Noi agricoltori siamo i primi a rischiare per i trattamenti con fitofarmaci, hanno costi elevatissimi, e siamo i primi a non volerli utilizzare per le nostre tasche ma anche per la salute. Bisogna trovare prodotti diversi e bisogna favorire la ricerca perché queste alternative vengano prodotte. Le battaglie le facciamo ci serve rappresentanza ai tavoli, non possiamo protestare come cani sciolti".
Andrea G. Cammarata