Nicola Borghesi, attore e pensatore della forma teatrale, fra le figure emergenti della scena italiana, fondatore della compagnia Kepler-452, porta sul palco all’Alboreto teatro-dimora di Mondaino, stasera alle 21, una prova aperta al pubblico, uno spettacolo importante sulla memoria nell’ambito del progetto europeo vinto dalla compagnia, dal titolo Stronger Peripheries: A Southern Coalition. Lo spettacolo s’intitola Album.
Borghesi, una prova aperta su un tema importante: l’Alzheimer.
"Il tema delle malattie degenerative della memoria ha suggerito a me ed Enrico Baraldi questo titolo.
Un album di famiglia è una macchina del tempo: ogni fotografia una storia, e ogni storia una finestra verso un altrove. Verso noi stessi di un tempo, verso i nostri cari: è un affondo tra le nostre inconsapevolezze del passato e nel mistero che i nostri sguardi di allora pongono a noi che oggi sfogliamo. Raccogliendo fotografie, storie e radunandole, l’album si crea".
Come vi siete documentati su questo tema?
"Siamo stati all’Associazione Alzheimer Rimini. Incontrando e ascoltando le esperienze di sostegno e accompagnamento e anche le storie delle persone con questa patologia, abbiamo trovato spunti fondamentali per lo sviluppo della nuova opera che ha come focus il valore e il rapporto tra memoria personale e memoria collettiva".
Lo spettacolo è ancora da considerare in fase embrionale quindi?
"Una prova aperta è il contrario di uno spettacolo finito. Il pubblico è invitato a sbirciare nel processo creativo di un artista. Staremo alla residenza di Mondaino fino a domenica".
Un album scenico?
"Kepler-452, sperimentando una spazialità non frontale, insieme a dispositivi e forme di presa diretta e proiezione audiovisiva, cerca risposte alle domande sulla memoria, raccogliendo storie e immagini da varie parti d’Italia e d’Europa, incontrando persone e comunità. Un tentativo e una ricerca accesi da un’immagine suggerita dal mondo animale: come è possibile che tutte le anguille del mondo, a un certo punto della propria vita, percorrano decine di migliaia di chilometri sul fondo degli oceani per ritrovarsi nello stesso posto, a riprodursi, a morire, a rinascere?’".
Lei è stato in questi giorni nelle zone alluvionate per dare sostegno.
"Era il minimo che potessi fare, considerando il patrimonio artistico culturale ed umano dell’Emilia Romagna che è la mia patria intermedia. Mai dare per scontato che qui, la cura della cultura e dell’arte, sono al primo posto".
Rosalba Corti