Il testamento biologico non va. Meno di 900 l’hanno depositato

Dal 2018, quasi 900 riminesi hanno depositato il testamento biologico al Comune. Le Dichiarazioni anticipate di trattamento consentono di esprimere volontà su cure mediche, anche in fase terminale. Il Comune promuove la comprensione di questo strumento per tutelare la libertà individuale.

Il  testamento biologico non va. Meno di  900 l’hanno depositato

Il testamento biologico non va. Meno di 900 l’hanno depositato

Dall’entrata in vigore, nel 2018, del registro “Dat”, sono quasi 900 i riminesi che hanno deciso di affidare il proprio testamento biologico all’ufficio di Stato civile in Comune. In dettaglio, dal 2018 ad oggi sono state depositate 838 Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) nel registro comunale, di cui cinque da gennaio 2024. Con la Dat "ogni individuo maggiorenne e capace di intendere e di volere, avendo a cuore la propria autonomia decisionale anche in situazioni di futura incapacità, può esprimere le proprie volontà riguardo ai trattamenti sanitari", ricorda l’amministrazione comunale. È così possibile esprimere consenso o rifiuto riguardo ad accertamenti diagnostici o terapie, anche nella fase terminale della propria vita. Nel corso degli anni, le dichiarazioni depositate nel registro istituto dal Comune di Rimini sono state: 327 nel 2018, 237 nel 2019 e 69 nel 2020. A seguire, nel 2021 76, nel 2022 56 e nel 2023 68. Da gennaio ai primi di febbraio invece ne sono arrivate cinque. "Le Dat, per le quali non esistono modelli ufficiali, devono essere formalizzate tramite atto pubblico, scrittura privata autenticata o consegnate personalmente presso l’ufficio di stato civile del comune di residenza", spiega l’amministrazione. Questo tipo di dichiarazioni sono "uno strumento fondamentale per garantire il rispetto della volontà dell’individuo anche in situazioni di incapacità decisionale- sottolinea infine l’assessore ai Servizi civici, Francesco Bragagni- e il Comune di Rimini si impegna da sempre a promuovere la diffusione e la comprensione di questo dispositivo". Lo scopo "è sempre quello- conclude- di tutelare la libertà dell’individuo, nel rispetto del contesto diritti civili, ambito su cui siamo molto sensibili".