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Il turismo che verrà: "Sazi per il Sigep, ma le grandi mostre sono il nostro futuro"
"La Rimini del turismo è ferma, non si vedono gru per lavori importanti al mare, si gongola, com’è giusto, per il tutto esaurito del Sigep, ma specie tra i privati non si guarda in prospettiva. Non ci si crede. Eppure i margini di crescita ci sono".
Nelle vesti del grillo parlante Mauro Santinato, presidente di Teamwork, mette sotto la lente la città turistica.
Dove ci sono i margini maggiori i crescita, a suo avviso?
"Soprattutto da settembre a maggio. Mentre da maggio a settembre ne abbiamo meno. Ma ce ne sono anche lì".
La destagionalizzazione, parola orrenda, sembra prendere piede, anche grazie alla valorizzazione della città storica, dell’arte, e a fiere e congressi.
"Vero, ma ad esempio perché non tornare a proporre mostre importanti, penso a quelle firmate da Marco Goldin 15 anni fa. La nostra capacità ricettiva invoglierebbe a fine settimana all’insegna di arte e storia. Anche un tassello in più per Rimini Capitale della Cultura. Ma temo che molti albergatori non sappiano che a Rimini ci sono anche storia, arte e cultura".
Per le grandi mostre mancano spazi adeguati?
"Quelle di Goldin si facevano alla Rocca. Oggi riqualificata ma che ospita parte del Fellini Museum, come il Fulgor. E Part, i Palazzi dell’arte accolgono esposizioni permanenti".
Almeno sul fronte pubblico il turismo di Rimini è tutt’altro che in stand by...
"Sì, ma dov’è la mappatura degli hotel dismessi annunciata? Cosa ne è del progetto di utilizzo ’a tempo’ per ospitare studenti, stagionali e fuori sede? Quanti hanno aderito? Quanti anni serviranno per confiscare altre strutture finite in cattive mani? Sono tornato da poco da Oman e a Dubay. Noi samo fermi".
Beh, confronto difficile...
"Ma neanche in proporzione ci si muove. Il Parco del Mare doveva coinvolgere i privati coi loro investimenti: quanti se ne sono presentati? Pochissimi".
Il Comune stanzia tre milioni per sostenere il marketing dell’aeroporto. Fa il Piano spiaggia. E progetta di recuperare l’ex colonia Enel.
"Bene, è un mostro che non si può vedere. Ma siamo al palo. E intanto diventiamo vecchi. Che ne è del progetto di un hotel di lusso all’ex Bolognese? Quando si realizzeranno i progetti finanziati dalla Regione? E l’ex Delfinario? Doveva essere pronto nel 2023. Tutto troppo lento".
Burocrazia nel pubblico, ma scarsa fiducia tra i privati. Forse perché i margini nel turismo a Rimini sono bassi?
"Sono bassi, ma se fai cose di qualità hai un ritorno. Ho rifatto l’hotel Demo alla Barafonda: a Capodanno, e non solo, ero pieno. Ma lì intorno, e dappertutto, ci sono troppi alberghi ormai chiusi, da anni. Se un’ex pensione non è recuperabile come tale, perché oggi servono spazi molto maggiori, cambi funzione, lasciando solo il vincolo di attività produttiva. E perché non consentire i condhotel, con la formula mista albergo - appartamento".
Insomma il turismo deve darsi una svegliata?
"Buona parte della responsabilità della mancata crescita viene dalla mancanza di visione della classe dirigente privata del settore. Non si può solo e sempre dire ’va tutto bene’".
Mario Gradara