Inceneritore, scatta l’inchiesta. Si indaga per lesioni colpose. Esplosione: cause sotto la lente

La deflagrazione nell’impianto sarebbe stata innescata dalle scintille di un flessibile utilizzato dagli operai nei pressi del nastro trasportatore. Dimessi due dei tre feriti.

Inceneritore, scatta l’inchiesta. Si indaga per lesioni colpose. Esplosione: cause sotto la lente

Inceneritore, scatta l’inchiesta. Si indaga per lesioni colpose. Esplosione: cause sotto la lente

di Francesco Zuppiroli

Il boato e l’incendio che ha ferito tre operai nel pomeriggio di lunedì all’inceneritore di Raibano non resterà senza risposte. A chiarire cosa sia successo negli istanti prima del disastro al termocompattatore vicino a Coriano sarà l’inchiesta aperta dalla Procura di Rimini, che procede per lesioni colpose al momento contro ignoti. Questa l’ipotesi di reato contenuta nel fascicolo per cui indaga la Medicina del lavoro insieme ai vigili del fuoco, che anche ieri erano sul luogo dell’incidente per procedere nei rilievi utili a chiarire cosa sia accaduto lunedì intorno alle 16.10, quando nei pressi del nastro trasportatore dei rifiuti si è verificata la violenta esplosione a seguito della quale tre persone sono rimaste ferite, una in modo grave.

Secondo le primissime ipotesi a causare lo scoppio sarebbe stato un rifiuto mal smaltito, come ad esempio una batteria per le auto. Ma dopo ormai due giorni di accertamenti la ricostruzione più accreditata è quella per cui dietro all’incidente ci sia l’errore umano. Al momento della deflagrazione i tre operai poi rimasti feriti si trovavano al lavoro vicino al nastro trasportatore per compiere dei lavori di manutenzione per conto di una ditta esterna, con sede nel Ravennate, e incaricata da Hera. Sarebbe stato quindi a seguito dell’utilizzo di uno strumento meccanico, pare una smerigliatrice, che alcune scintille provocate durante l’intervento di manutenzione sono venute a contatto con una miscela esplosiva ancora da determinare: provocando lo scoppio. La colonna di fumo nero. La paura. E i feriti.

Tre feriti che però ieri hanno visto le rispettive condizioni di salute migliorare sensibilmente. Il 62enne che era stato ricoverato a Riccione per l’ustione di primo grado al volto è stato dimesso già nella serata di lunedì con una prognosi di 7 giorni, mentre il 49enne finito all’ospedale di Rimini è stato dimesso ieri mattina dopo aver trascorso 12 ore in osservazione breve intensiva (OBI) in Pronto Soccorso. Diverso discorso invece per il 28enne operaio ricoverato all’ospedale ’Bufalini’ di Cesena, dove si trova ancora in rianimazione con prognosi riservata ma fuori pericolo di vita, anche se costantemente osservato per lo più per le complicazioni dovute all’inalazione del fumo piuttostoche per le ustioni, di lieve entità.

All’inceneritore intanto è tutto fermo, con l’area specifica in cui è avvenuto l’incidente sul lavoro che resta sotto la lente dei tecnici, e di rilievi anche scientifici, dei vigili del fuoco, con il nastro trasportatore gravemente danneggiato dallo scoppio e quindi inutilizzabile, oltre ai danni collaterali provocati dall’esplosione all’impianto antincendio e all’alimentazione elettrica di quella zona del termocompattatore alle porte di Rimini.