La provincia sprofonda: 5mila frane "L’erosione aumenta, è solo l’inizio"

Il geologo Paride Antolini alza la guardia dopo i numerosi smottamenti causati dal maltempo in collina "Criticità con cui bisogna imparare a convivere. Occorre limitare le colate di asfalto sulle strade".

Nella provincia riminese ci sono oltre 5mila france censite. Per essere esatti, sono 5.332 con il primato che va a Sant’Agata Feltria dove ne sono registrate 774. Non è un caso se anche in occasione dell’ultima ondata di maltempo le maggiori criticità dovute a strade che ‘scivolano’ a valle e frazioni isolate si siano ritrovate in questo territorio. La conta dei danni preventiva sulla viabilità per la sola zona di Sant’Agata, dopo gli smottamenti dei giorni scorsi, ammonta a 4 milioni di euro, circa un terzo di tutta la provincia. E con strade che scompaiono ci sono anche famiglie evacuate. Ieri mattina i delegati provinciali, Alice Parma e dirigente ingegnere Vittori, hanno fatto un sopralluogo. La strada per Sarsina è ancora bloccata e la provinciale Sapinate resta l’unica per raggiungere la E45. A San Leo, negli ultimi giorni crescono i nuovi fronti franosi.

A Paride Antolini, il presidente dell’ordine dei geologi regionale, abbiamo chiesto come ci si può difendere dalla terra che scivola a valle. "Conosco molto bene la Valmarecchia. Bellissimi borghi arroccati sulla roccia che galleggia in un mare di argilla. Con le frane bisogna conviverci perché il territorio porta con sé questa criticità. Tuttavia si possono attuare delle azioni per limitare i disagi".

Cosa si può fare?

"Innanzitutto servirebbe una manutenzione costante delle strade che ci sono. Intervenire quando la strada non c’è più è troppo tardi. Ma al medesimo tempo, considerando il costo considerevole per manutentare l’intera rete viaria, incluse le strade secondarie, anche i cittadini dovrebbero accontentarsi di raggiungere le frazioni più piccole su strade bianche di ghiaia e non su asfalti che spesso si vorrebbero come lisci come biliardi".

Il cambiamento climatico cosa comporterà?

"Amplificherà i problemi che il territorio già aveva e lo farà in collina come al mare con mareggiate sempre più forti, innalzamento delle acque e di conseguenza erosione. Oggi si fanno ripascimento costosi che durano diversi anni. In futuro potrebbero essere sempre più frequenti e allora bisognerà chiedersi se vale la pena economicamente continuare con quel metodo oppure cambiare impostazione".

A Rimini città nessuno è finito sott’acqua. Per alcuni il deviatore e il canale dell’Ausa ci hanno salvato. Siamo al sicuro?

"E’ andata bene perché non ha piovuto come a Cesena o a Faenza. Anche a Rimini ci sono zone a rischio effettivo, dunque serve prevenzione".

Come si fa?

"Nell’immediatezza dell’allerta si potrebbero consigliare ai cittadini di spostare le auto in zone più sicure e alle persone di spostarsi ai primi piani delle abitazioni. Poi c’è la progettazione e in questo caso serve uno studio approfondito per approntare le migliori soluzioni al territorio. Le casse di espansione dei fiumi sono importanti ma si può pensare anche ad altro come cercare di fermare l’acqua nelle zone montuose e consentire ai piccoli torrenti di avere zone dove ampliarsi così che abbiano volume e sfogo. Purtroppo in alcune situazioni l’uomo ha tolto spazi alle acque con capannoni o altro".

Andrea Oliva