"Ho vinto un concorso per entrare di ruolo nel 2020, ed anche quest’anno non mi hanno chiamata, facendo passare altri davanti a me. Basta, presento ricorso". Giulia Garelli è una delle insegnanti che ieri mattina si è presentata in corso D’augusto dove ha sede l’Ufficio scolastico provinciale. Non era una manifestazione organizzata. Si sono presentati spontaneamente tra i venti e i trenta insegnanti, a dir poco arrabbiati per essersi visti sorpassare da altri nelle graduatorie o peggio, non essere affatto considerati. Alcuni, precari ma con almeno quindici anni di lavoro continuo nelle scuole alle spalle, quest’anno non sono stati neppure chiamati per le assegnazioni dei posti nei plessi. Delusione e rabbia che valica le manifestazioni e i presidi ufficiali organizzati dai sindacati arrivando a forme di protesta spontanea.
Rispetto a un anno fa, le assegnazioni delle cattedre sono in ritardo. Se nel 2023 entro la fine del mese di agosto buona parte degli insegnanti sapeva già dove sarebbe andata, quest’anno la situazione è diversa, tanto che lo stesso sindacato della Cgil ha valutato come "impossibile" un inizio regolare con i ranghi al completo nelle strutture scolastiche. Per di più a creare problemi c’è l’ormai noto algoritmo. Negli ultimi anni le iscrizioni vengono fatte in modo digitale, non più in presenza. Poi si mette in moto l’algoritmo. "E’ una metodologia che abbiamo da sempre contestato - premete Antonio Pagnotta della Uil -. Basta sbagliare una virgola nel processo di presentazione della domanda che si finisce fuori. Purtroppo tanti professori che oggi protestano hanno commesso errori nella non semplice compilazione della domanda. Ma questo, a causa dell’azione dell’algoritmo, si ripercuote anche su altri insegnanti. E’ un effetto a catena che continua a creare caos". A peggiorare la situazione è una nuova norma definita "vergognosa" dallo stesso Pagnotta. "Quest’anno - spiega il sindacalista - è stata presentata una norma che dà la precedenza anche per posti di ruolo, a chi ha svolto il servizio civile universale. Di fatto abbiamo persone giovani laureate da poco, che hanno svolto il servizio civile e oggi possono passare davanti a insegnanti inseriti nelle graduatorie che svolgono la propria attività da 15 o più anni". Ma c’è anche chi attende da anni un posto che gli spetta ma non viene considerato. "Adesso basta - chiude Giulia Garelli -. Ho vinto il concorso a Milano, 11 erano i posti assegnati per l’Emilia Romagna. Attendo da allora, ma anche quando c’è la possibilità di entrare, come quest’anno, l’Ufficio scolastico non scorre la graduatoria. Ho inviato pec e mail, senza risposta. Ora faccio ricorso".
Andrea Oliva