L’incubo delle case popolari. Si azzuffa e sputa ai vicini. Mamma di 5 figli a processo

Una 36enne è imputata di atti persecutori e lesioni nei confronti di altri inquilini degli appartamenti Acer di Rimini: per la donna il pm ha chiesto oltre due anni di reclusione.

L’incubo delle case popolari. Si azzuffa e sputa ai vicini. Mamma di 5 figli a processo

L’incubo delle case popolari. Si azzuffa e sputa ai vicini. Mamma di 5 figli a processo

Sarebbe stata l’incubo delle case popolari. Una vicina terribile che da aprile 2019 e fino a giugno 2020 avrebbe tormentato in continuazione gli inquilini di una palazzina di Acer a Rimini. Tant’è che la donna, una 36enne e madre di cinque figli, si trova ora a processo per atti persecutori e lesioni nei confronti di una vicina in particolare, che l’ha denunciata proprio per i numerosi episodi di violenza di cui deve rispondere ora l’imputata, difesa dall’avvocato Piero Ippoliti.

Riavvolgendo il nastro, l’episodio più grave addebitato alla donna risale al 14 giugno 2020, quando la pandemia e il lockdown non hanno fatto altro che inasprire i rapporti già tesi tra vicini e quando l’ex marito della vicina si presenta alla porta della 36enne per ’regolare’ gli screzi di vicinato con la ex moglie. Sarebbe stato in questo momento che, in barba al distanziamento, la 36enne imputata avrebbe sputato all’uomo. Le lesioni invece risalirebbero all’aprile del 2019, quando la 36enne e la vicina di casa si sarebbero accapigliate e l’imputata avrebbe strattonato la rivale prendendola per il collo e procurando così all’altra donna ferite ritenute guaribili con una prognosi di cinque giorni.

Alla base degli screzi, la difesa della 36enne – che al momento si trova in carcere a Forlì per una condanna per reati contro il patrimonio – sostiene ci fossero pregiudizi della vicina per l’origine campana dell’imputata, nonché l’insofferenza per la musica alta e gli schiamazzi dei cinque figli della 36enne.

La convivenza difficile è così arrivata nelle aule del tribunale, dove l’accusa per l’imputata ha chiesto la condanna a due anni e tre mesi per il reato di atti persecutori, con la prossima udienza che si terrà in primavera per le controrepliche.

f.z.