Menozzi, l’addio del figlio: "Sei stato un ombrellone sotto il quale ripararsi"

La lettera scitta da Enrico per ricordare il padre "bagnino e uomo buono" "Con lui ho capito l’importanza di saper chiedere scusa e perdonare".

Menozzi, l’addio del figlio: "Sei stato un ombrellone sotto il quale ripararsi"

Menozzi, l’addio del figlio: "Sei stato un ombrellone sotto il quale ripararsi"

Si è spento nei giorni scorsi Angelo Guido Menozzi, per trent’anni presidente di Sib Confcommercio, uno dei bagnini più noti in città. Qui di seguito ospitiamo la lettera del figlio Enrico.

"Chi era per me Guido, era il mio babbo, il mio eroe, un punto di riferimento per chi era ma soprattutto per come lo era. Era una persona buona che dava sempre prima di chiedere e molte volte dava senza neanche chiedere o aspettarsi nulla indietro. Dava un aiuto, una battuta, un dialetto, sempre bresciano perché lui l’era un menoss... anche se romagnolo d’adozione. Dava pugnetti sulla mia schiena perché con quello sapeva che mi faceva morire dal ridere, dava una mano o molte volte una sedia alla tavola perché dove si mangia in due si mangia sempre in tre. Dava i 5/10 euro al suo vicino di letto di dialisi che non conosceva perché non sapeva se fuori aveva qualcuno a prendersi cura di lui. Questo era Guido, una persona che fino alla fine, leale con se stesso, dava e donava poco o tanto che era. E’ stato pioniere nel suo lavoro come ho letto, è stato un bagnino, un amico per molti e per altri è stato nemico ma mai con cattiveria; con lui ho capito l’importanza del saper chiedere scusa e del perdonare. E’ stato tanto per molti, è stato Guido, il barba, fratello leale per Alfredo da cui ho imparato che l’amore tra fratelli è una delle cose più preziose al mondo da proteggere in modo viscerale. E’ stato marito dal quale ho capito il valore di famiglia, il più possibile allargata, dello stare insieme, del prendersi cura di chi ti sta vicino, dell’importanza delle parole o dei gesti dopo una giornata di lavoro, di quanto è bello sedersi con la persona che ami e con cui hai scelto di vivere per bere una caffè magari con un biscottino o un cioccolatino che ci stava sempre bene. Ho capito l’importanza di prendersi cura dei propri figli cercando di essere sempre un ombrello anzi un ombrellone, sotto il quale ripararsi in ogni momento. Ho capito l’importanza del prevedere e programmare i momenti più bui e che prima o dopo ci colpiscono proprio quando siamo più vulnerabili. Ma è stato il mio babbo, un esempio di affetti e di amore coltivati giorno dopo giorno con la bontà che solo lui sapeva donare. Ciao babbo ti abbraccio forte e non preoccuparti perché ci prenderemo cura di noi gli uni con altri con il buono che ci hai saputo infondere. Grazie babbo sono felice di essere stato tuo figlio".