MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Nel negozio degli 007. Blitz a San Marino. Con le sim truccate niente intercettazioni

Perquisizione al Punto Spy, il paradiso degli emuli di James Bond. Cinque indagati. L’accusa: telefonini intestati a persone ignare. Impossibile risalire ai protagonisti delle conversazioni ‘schermate’.

Nel negozio degli 007. Blitz a San Marino. Con le sim truccate niente intercettazioni

Nel negozio degli 007. Blitz a San Marino. Con le sim truccate niente intercettazioni

San Marino, l’antica terra della libertà. E degli spioni... Dove puoi acquistare microcamere e microfoni simili a quelle che si vedono nei film di James Bond, così come sistemi per localizzare persone e i mezzi in movimento, apparecchi per rilevare congegni usati per le intercettazioni. E dove, secondo l’indagine avviata dalla Procura di Rimini, c’è chi ha acquistato e utilizzato schede telefoniche per smartphone speciali, a prova di intercettazioni. Sono cinque finora le persone finite sul registro degli indagati, accusate a vario titolo di reati come sostituzione di persona, trattamento illecito di dati personali, falso materiale, truffa, falso e ricettazione. E la scorsa settimana la polizia giudiziaria di San Marino, su richiesta dell’autorità giudiziaria italiana, ha fatto una perquisizione al Punto Spy, negozio sammarinese aperto nel 2023 a Dogana (ai confini con la provincia di Rimini) specializzato nella vendita di strumenti e accessori alla sicurezza e allo spionaggio. Un negozio frequentatissimo da investigatori privati e da chi opera nel campo della sicurezza. La perquisizione è stata fatta dopo che il commissario della legge di San Marino, Roberto Battaglino, ha accolto la richiesta di rogatoria della Procura di Rimini e autorizzato i controlli. Tra i cinque indagati c’è anche lo stesso titolare del Punto spy.

Stando all’indagine – coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani e condotta dagli investigatori della squadra mobile di Polizia – nel corso degli ultimi anni sarebbero stati commessi reati come sostituzione di persona, trattamento illecito di dati personali, falso materiale, truffa, falso e ricettazione. La pista principale seguita dagli inquirenti riguarda la sostituzione di persone sulle schede sim dei telefoni. In pratica le schede sarebbero state attivate con i nomi di ignari clienti e usate poi da altre persone. Grazie a queste schede le conversazioni o i messaggi non potevano mai essere intercettati. Una pratica molto comune nelle manovre di controspionaggio. Durante la perquisizione della scorsa settimana al Punto spy di San Marino sono stati sequestrati vari materiale, comprese le schede telefoniche.

"Dopo la perquisizione di alcuni giorni fa, nessun altro provvedimento è stato preso nei confronti dell’attività Punto spy. Il negozio continua a lavorare regolarmente – ci tiene a precisare Filippo Cocco, avvocato del titolare del Punto spy – L’attività collaborerà con la Procura nelle indagini e si è già messa a disposizione per fornire tutti gli elementi utili per l’indagine". Al momento tra gli indagati "ci sono anche alcuni clienti e fornitori", oltre al titolare del Punto spy. Cocco è certo che "presto sarà fatta luce sulla vicenda e verrà così dimostrata l’estraneità del titolare del Punto spy alla vicenda". La tesi difensiva si farà forza anche delle leggi sammarinesi, molto differenti da quelle italiane sull’utilizzo delle intercettazioni.

Solo poche settimane fa un altro caso aveva scosso San Marino. Il tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano, finito al centro della maxi inchiesta di Perugia per presunte attività di dossieraggio, in un’intervista aveva rivelato che i controlli eseguiti sui conti della Lega erano stati chiesti dalla Banca d’Italia per conto di San Marino.