Niente risarcimento da 12 milioni di euro per il Polo della moda bocciato dalla Provincia

Doveva sorgere nell’area che avrebbe dovuto ospitare il parco della musica .

Niente risarcimento da 12 milioni di euro per il Polo della moda bocciato dalla Provincia

Niente risarcimento da 12 milioni di euro per il Polo della moda bocciato dalla Provincia

Niente risarcimento milionario per la mancata realizzazione del maxi-outlet "della moda" che l’amministrazione precedente, a guida Enzo Ceccarelli, aveva autorizzato a ridosso della Statale Adriatica, nelle campagne di Bordonchio. La Provincia aveva bocciato il nuovo factory outlet di abbigliamento e calzature che sarebbe sorto su un’area di 24 ettari. Il Tar ha negato la richiesta di 12 milioni di euro chiesti dopo alcuni anni dal diniego dai promotori dell’iniziativa (che era stata sostenuta persino dalla Confcommercio di Bellaria Igea Marina, ma bocciata da quella provinciale col presidente Gianni Inidino). "L’intenzione di questa amministrazione – sosteneva nel dicembre del 2015 l’assessore all’urbanistica Michele Neri, confermato anche nella giunta guidata da Filippo Giorgetti – è di vedere completato il villaggio commerciale, nella zona dove doveva essere realizzato il Parco della musica, che non è mai partito. E’ un’area che andava riqualificata. Crediamo fortemente in questo progetto, e la volontà politica è confermata anche dalla Regione Emilia Romagna". Mentre da più parti - in primis Confesercenti - venivano sollevati dubbi per il tessuto commerciale cittadino, l’amministrazione, sempre con Neri, sosteneva che "la struttura" avrebbe dato "impulso a tutto il settore commerciale della nostra città. Confermiamo che non andrà a danneggiare il tessuto locale. Le firme che vogliono investire sul nostro territorio sono infatti di alta moda".

La bocciatura del progetto era basata alla compatibilità con la fetta di territorio chiamata in causa, quella tra le due statali, considerata a rischio del punto di vista geologico. Il ricorso era stato presentato ai giudici del tribunale amministrativo regionale e tirata in ballo, come parti citate per presunti danni, Provincia, Regione, Autorità di bacino distrettuale fiume Po, Comitato unico di area vasta della Provincia stessa. Il Tar ha giudicato corretta "la classificazione come P2 dell’area oggetto dell’accordo operativo proposto dalla società ricorrente, cui consegue il divieto di edificare nuovi manufatti".