Rapina in gioielleria. Ciacci riapre i battenti: "È stato surreale. Come vivere un film"

L’oreficeria di via Garibaldi torna al lavoro cinque giorni dopo il colpo da 60mila euro compiuto da due ragazzi di 17 e 20 anni. Il socio Angeli: "Brutto momento, ma ringraziamo le forze dell’ordine".

Rapina in gioielleria. Ciacci riapre i battenti: "È stato surreale. Come vivere un film"

Rapina in gioielleria. Ciacci riapre i battenti: "È stato surreale. Come vivere un film"

Cinque giorni sono passati. Da quel sabato mattina di terrore nella gioielleria ’Ciacci’ di via Garibaldi, dove titolare e dipendente sono stati costretti a vivere un incubo dopo essere stati sequestrati per alcuni minuti, con tanto di fascette ai polsi per restare immobili, e derubati di ben 13 orologi (per un valore complessivo di circa 60mila euro) da una coppia di ragazzini di buona famiglia, di appena 17 e 20 anni. Un caso eclatante avvenuto in pieno centro e in pieno giorno, che, per stessa ammissione di Andrea Angeli, uno dei soci della gioielleria, "sarà difficile da dimenticare". Cinque giorni dopo, infatti, la gioielleria Ciacci ha smaltito lo choc e rialzato le serrande.

"Ricominciamo, ma come prima cosa ci sentiamo di ringraziare il vicinato, che sia di persona che per messaggio ci ha fatto sempre sentire la propria vicinanza e soldarietà. E poi – scandisce il socio Andrea Angeli – un ringraziamento speciale va alle forze dell’ordine, che hanno fatto davvero un grandissimo lavoro". A strettissimo giro di vite dalla rapina, infatti, la squadra mobile diretta dal commissario capo Marco Masia è riuscita a rintracciare e arrestare i presunti responsabili e recuperare così anche il cospicuo bottino.

"Quel che resta di questa disavventura è la sensazione di aver vissuto una situazione anomala – continua Angeli –. Una di quelle cose che per chi fa questo lavoro viene messa in conto, ma pensando non possa mai davvero succedere". E invece è successo, e, in quel momento "la cosa importante è stata mantenere la calma – ripercorre quei momenti Angeli, pur non commentando nel merito i momenti della rapina né chi l’ha commessa –. L’adrenalina sale e l’agitazione pure. Ma tornare alla normalità è doveroso. Per fortuna è andato tutto bene, ma per noi è stato come vivere un film. Viene da chiedersi: ’ma davvero a me sta succedendo?’. Abbiamo cercato di restare tranquilli, di non peggiorare la situazione". Quanto basta, per dare l’allarme e attraversare la disavventura illesi. Proprio come se fosse un film.