Scoperto maxi giro di squillo. Stanze a luci rosse negli hotel, finiscono nei guai sette gestori

Lo sfruttamento della prostituzione in alcuni alberghi sparsi tra Miramare, Rivazzurra e Marebello. L’inchiesta ha permesso di localizzare anche un appartamento preso in affitto da due coniugi.

Scoperto maxi giro di squillo. Stanze a luci rosse negli hotel, finiscono nei guai sette gestori

Scoperto maxi giro di squillo. Stanze a luci rosse negli hotel, finiscono nei guai sette gestori

Un presunto giro di prostituzione, che si sarebbe consumato in alcuni alberghi sparsi tra Miramare, Rivazzurra e Marebello e in un appartamento di via Gubbio. Le stanze, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbero state affittate a ragazze, italiane e straniere, e trans di origine sudamericana, a tariffe gonfiate, in cambio della compiacenza dei gestori. Le ‘lucciole’, in alcuni casi, sarebbero state inoltre tenute a versare agli albergatori delle percentuali per ogni cliente che si intratteneva con loro nelle camere. Questo il quadro, ancora provvisorio, delineato da un’inchiesta condotta dalla Procura di Rimini che, martedì mattina, ha portato i carabinieri della stazione di Miramare a compiere perquisizioni, sopralluoghi e sequestri in quattro hotel nella zona sud di Rimini, più in una quinta struttura a Marina Centro e in un appartamento di via Gubbio. Sette le persone indagate, a vario titolo, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: quattro di loro (incluse due donne) sono italiani, uno è peruviano, due sono tunisini. Ad assisterli, tra gli altri, gli avvocati Leanna Arceci ed Enrico Graziosi del foro di Rimini. Secondo la ricostruzione compiuta dai carabinieri nel corso di un’indagine proseguita per diverse settimane, la presenza dei trans e delle prostitute all’interno degli albergi sarebbe stata ampiamente tollerata dai gestori delle strutture. Questi ultimi avrebbero trovato anche il modo di generare dei profitti extra, chiedendo alle ragazze di versare una quota per ogni cliente che veniva portato in hotel. L’inchiesta ha permesso di localizzare anche un appartamento di Miramare, preso in affitto da un uomo italiano e da sua moglie, una donna peruviana. L’abitazione sarebbe stata messa a disposizione dei connazionali transessuali della donna, che l’avrebbero utilizzata – stando alla ricostruzione degli inquirenti – per prostituirsi.

Entrambi sono indagati anche per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in quanto avrebbero consentito a cittadini peruviani senza permesso di soggiorno di alloggiare nella casa. Nel corso della perquisizione, sono state sequestrate agendine, tablet, computer e smartphone. L’indagine fa il paio con quella condotta dagli agenti della polizia locale di Rimini, che nei giorni scorsi hanno dato esecuzione a quattro misure cautelari per un presunto giro di prostituzione che si sarebbe consumato, dal 2015 in poi, all’interno di un residence di via Pola.

Lorenzo Muccioli