MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Spiagge, il governo pensa ai bandi. I bagnini: "Pronti alla guerra legale"

La senatrice Spinelli (Fd’I) frena: "Siamo stati i primi a fare la mappatura, presto la legge sulle concessioni"

Spiagge, il governo pensa ai bandi. I bagnini: "Pronti alla guerra legale"

Spiagge, il governo pensa ai bandi. I bagnini: "Pronti alla guerra legale"

Tempo scaduto per le spiagge. Entro il 15 gennaio l’Italia dovrà fornire rassicurazioni alla Commissione europea su cosa intende fare sulle concessioni balneari, per evitare la procedura d’infrazione. La questione spiagge è stata richiamata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ’invitato’ il governo a dare risposte all’UE e avviare la riforma (mai nata) per le concessioni. La premier Giorgia Meloni ha assicurato che il governo sta lavorando "a una norma che consenta di mettere ordine alla giungla di interventi e pronunciamenti" sulle concessioni e "al confronto con la Commissione europea", per "scongiurare la procedura di infrazione e dare certezza agli operatori". E dalle indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, tra le ipotesi al vaglio del governo ci sarebbe quella di fare sì i bandi per le concessioni, ma dando premialità agli operatori esistenti e imponendo, a chi subentra, di pagare un indennizzo a chi perde la concessione. Se così fossi somiglierebbe molto alla legge Pizzolante-Arlotti che venne affossata nel 2017. Ma sia il ministro e leader della Lega Matteo Salvini che altri membri del governo sono contrari a fare le gare.

Prematuro parlare di bandi, secondo Mimma Spinelli, senatrice di Fratelli d’Italia: "Il governo sta lavorando a una legge di riordino complessiva sulle concessioni che sarà sottoposta all’esame della Commissione europea molto presto. Il nostro impegno sarà massimo. Ricordiamo che è stato questo governo, con un approccio serio, a fare la mappatura delle spiagge per andare al confronto con l’Europa sul tema delle concessioni. Cosa che nessuno ha mai fatto prima in tutti questi anni".

Dalla mappatura fatta in questi mesi, che ha coinvolto associazioni di categoria, enti pubblici e tecnici, è emerso che in Italia solo il 33% delle spiagge è affidato in concessione. Il resto delle spiagge è libero, non occupato da attività. "Sulla base di questi numeri – ribadiscono Mauro Vanni, presidente delle imprese demaniali di Confartigianato, e i rappresentanti di Cna balneari e Assobalneari – l’Italia può dimostrare di non dover fare i bandi per le attività di spiaggia esistenti". Perché è la stessa direttiva Bolkestein a stabilire che le gare vanno fatte nel caso in cui il numero delle concessioni sia limitato, a causa della scarsità di risorse naturali. "Ci aspettiamo – continua Vanni – che il governo faccia valere questo principio con la Commissione europea. Ma se così non sarà, non resteremo con le mani in mano. Insieme ai nostri avvocati stiamo approfondendo tutta la questione. Non possono toglierci le nostre imprese dall’oggi al domani: va contro la Costituzione. Siamo pronti a ingaggiare una dura battaglia legale per tutelarci".