FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Morto sulla Marecchiese, i parenti del ciclista vittime di una truffa

Tragedia e inganno: a un giorno dall’investimento del 54enne Paride Fattori, moglie e figlio sono stati messi in contatto con un sedicente gruppo di assistenza ai familiari dei deceduti in strada. Sventato l’imbroglio, scatta la querela.

A un giorno dall’investimento del 54enne Paride Fattori, moglie e figlio sono stati messi in contatto con un sedicente gruppo di assistenza ai familiari dei deceduti in strada. Sventato l’imbroglio, scatta la querela.

A un giorno dall’investimento del 54enne Paride Fattori, moglie e figlio sono stati messi in contatto con un sedicente gruppo di assistenza ai familiari dei deceduti in strada. Sventato l’imbroglio, scatta la querela.

Rimini, 31 luglio 2024 – Rabbia e dolore. Quello lancinante di un lutto tremendo, la morte di Paride Fattori, il ciclista 54enne travolto e ucciso il 6 luglio scorso sulla Marecchiese a Novafeltria.

Una perdita a cui, a neanche 24 ore dalla tragedia, per i familiari di Fattori si è aggiunta anche la rabbia per essere stati vittime di una tentata truffa ai loro danni e facendo leva proprio sulla recente scomparsa di Fattori. È questa la disavventura che i familiari del 54enne, assistiti dagli avvocati Marco e Monica Lunedei, hanno infine denunciato alla Procura ipotizzando la tentata truffa ai loro danni da parte di una presunta filiera di assistenza per i familiari delle vittime della strada. Ma andiamo con ordine.

Non sono nemmeno trascorse 24 ore da quando il signor Fattori è deceduto sul colpo dopo essere stato investito mentre a bordo della propria bici e insieme a un amico - rimasto gravemente ferito nello schianto - stava transitando sulla Marecchiese a Novafeltria. E mentre la moglie e il figlio dell’uomo sono stretti nel loro dolore ricevono una telefonata da un sedicente carabiniere, che dopo aver raccontato di avere preso parte ai rilievi per l’incidente avrebbe invitato i parenti a contattare con urgenza un medico legale della Procura. Il presunto professionista, chiamato al telefono dai familiari di Fattori avrebbe così spinto i congiunti del 54enne a fissare un appuntamento urgente con la associazione ‘Familiari e vittime della strada’, realmente operante al fianco delle famiglie anche se - come la famiglia scoprirà in seguito - non era quella a cui sono stati indirizzati.

Contattata l’associazione, vedova e figlio sono dunque stati ricevuti da un consulente nella sala riunioni di un reale studio legale di Rimini e convinti qui a firmare una delega in bianco per un avvocato toscano incaricato dalla sedicente associazione benefica. Ai parenti, poi, il consulente durante i colloqui aveva anche prospettato risarcimenti faraonici, al punto che i familiari di Fattori avrebbero iniziato ad insospettirsi anche per le dinamiche frenetiche con cui erano stati dirottati alla consulenza. Chiamati quindi i carabinieri di Rimini, i parenti di Fattori hanno così scoperto che nessun militare fosse mai stato incaricato di dirottarli al medico legale e dunque a catena a instradarli nella rete di quella che a quel punto è apparsa chiaramente come una truffa.

La famiglia dell’uomo si è quindi subito rivolta agli avvocati Marco e Monica Lunedei, che hanno appurato come il numero della presunta associazione pro vittime della strada rimandasse invece a uno studio medico del Salento. E che lo studio legale riminese fosse stato affittato temporaneamente con un raggiro da parte del consulente. Tutti questi elementi, sono finiti all’interno di una articolata denuncia-querela che verrà depositata in Procura per dare impulso ad indagini volte a smascherare la presunta rete che stando all’ipotesi d’accusa "potrebbe non aver agito con questo modus operandi per la prima volta".