Troppi si tolgono la vita in carcere. Niente udienze in tribunale

La protesta della Camera penale: "L’indecenza delle condizioni detentive suscita poco interesse"

Troppi si tolgono la vita in carcere. Niente udienze in tribunale

Troppi si tolgono la vita in carcere. Niente udienze in tribunale

"Carcere e diritti, non c’è più tempo". Con queste parole, riportate su un manifesto affisso ieri mattina all’ingresso del tribunale, la Camera Penale di Rimini ha aderito all’astensione dalle udienze nel settore penale proclamata dall’Unione delle Camere Penali Italiane, per portare l’attenzione sul tema del sovraffollamento carcerario e sul preoccupante numero di suicidi di detenuti avvenuti da inizio anno ad oggi, ben 25. Alla manifestazione erano presenti rappresentanti dell’Osservatorio nazionale sulle carceri e dell’Ordine degli avvocati di Rimini.

"Sale a 25 il numero dei detenuti che si sono tolti la vita in cella dall’inizio dell’anno. In media un suicidio ogni tre giorni – si legge in una nota della Camera Penale –. Il tasso di affollamento nelle carceri non è da meno: secondo i dati del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria il numero dei detenuti ha raggiunto le 61mila unità, raggiungendo quote prossime a quelle che nel 2013 hanno condotto la Corte Europea dei diritti dell’uomo a condannare l’Italia per la persistente violazione del divieto di infliggere pene o trattamenti inumani o degradanti. Eppure l’indecenza delle condizioni detentive non suscita indignazione o interesse, sebbene la sicurezza dei cittadini sia inscindibilmente connessa all’umanità della pena". "Anche la casa circondariale di Rimini – prosegue la nota – conta i suoi detenuti che hanno scelto di togliersi la vita dietro le sbarre, l’ultimo dei quali il 2 agosto del 2022. Aziz Rouam, trentasettenne di nazionalità marocchina, si è impiccato con un lenzuolo mentre i suoi due compagni di cella erano usciti per l’ora d’aria. L’escalation dei suicidi che si stanno verificando nelle carceri non possono che accrescere la responsabilità politica e morale di coloro che tale fenomeno hanno l’obbligo di affrontare con rimedi urgenti e inderogabili. E’ necessario intervenire subito, per ripristinare la (violata) civiltà del

diritto. Non c’è più tempo".