Un militare e un trans condannati per rapina, ribaltone in appello: assolti entrambi

I due erano accusati di aver derubato un cliente che aveva rifiutato di pagare.

Una pistola alla tempia di un altro uomo, un turista romano di 39 anni, che non solo si era rifiutato di fare sesso con il suo amico trans, ma che si era anche rifiutato di dargli cento euro per quella prestazione mancata. Una vicenda che ha avuto come protagonisti F.B, un sottufficiale dell’esercito in servizio, all’epoca dei fatti a Rimini, il suo amico viado e un cliente occasionale, sfociata in una rapina. E proprio per questa rapina, avvenuta nell’agosto del 2017, il militare e il trans (entrambi difesi dall’avvocato Flavio Moscatt) erano stati condannati a un anno e dieci mesi in primo grado. Una sentenza che però, nei giorni scorsi è stata completamente ribaltata in appello, dove entrambi gli imputati sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto. Tutto era nato la vigilia di ferragosto del 2017. Il turista romano aveva scelto su un sito di incontri un trans brasiliano per trascorrere una serata diversa. Ma quando era arrivato nell’appartamento di Riccione, il romano aveva cambiato idea. “Non voglio più far sesso”, si era giustificato con il viado. Ma il trans non aveva gradito il rifiuto e aveva preteso di essere pagato anche senza alcuna prestazione fornita. E quando il romano gli aveva dato solo cinquanta euro, il viado aveva chiamato in aiuto l’amico militare.