Vendemmia in chiaroscuro Il vino sarà poco ma buono

Maltempo e parassiti provocheranno perdite tra il 30 e 40 per cento. Confagricoltura: "Le viti che hanno resistito però producono ottima uva". .

Vendemmia in chiaroscuro  Il vino sarà poco ma buono

Vendemmia in chiaroscuro Il vino sarà poco ma buono

Il vino di quest’anno? Sarà poco ma buono. Partenza in salita per la vendemmia nel Riminese, iniziata da qualche settimana. "I primi dati raccolti presentano una situazione in chiaroscuro – spiegano da Confagricoltura di Forlì, Cesena e Rimini –. Il calo della produzione è di quasi il 40% per via del maltempo e delle malattie fungine ha in parte offuscato l’ottima qualità dell’uva raccolta".

Secondo un’indagine realizzata da Confagricoltura la produzione sarebbe in calo del 30-40% a causa degli effetti del maltempo e delle malattie fungine. "Nonostante questo, le viti che si sono salvate hanno prodotto grappoli di grande qualità". "La situazione è ovviamente in divenire, ma le prime indicazioni sono chiare: la qualità c’è, mentre purtroppo la produzione è crollata di oltre un terzo rispetto allo scorso anno - commenta il presidente Carlo Carli -. A incidere sul calo le condizioni atmosferiche avverse, come le piogge insistenti della tarda primavera e le grandinate estive, che hanno infatti agevolato il prosperare delle fitopatie".

Molte aziende delle colline riminesi producono prettamente vini biologici. "In questi casi i trattamenti utilizzati sono diversi da quelli impiegati per le colture classiche - spiega Lorenzo Menghi dell’azienda contoterzista Amovit - e i vigneti bio hanno sofferto maggiormente le continue piogge che ci sono state negli ultimi mesi. Per questo motivo le malattie fungine sono prosperate facilmente".

Problemi analoghi per l’azienda agrituristica biologica Il Mio Casale di Montescudo-Montecolombo che ha perso circa il 40% del raccolto a causa del fungo della peronospora: "Per noi poteva essere una grandissima annata ma purtroppo la peronospora non ci ha dato scampo, causando numerosi problemi soprattutto al Cabernet e al Pignoletto - commenta il responsabile Simone Mecozzi - La nostra è un’azienda che si estende su una superficie di 35 ettari, 8 dei quali coltivati a vigneti iscritti alla do, 3 ettari ad oliveti dop ed i restanti a cereali, legumi, frutteti e ortaggi coltivati anche in serra. Per questo motivo le piogge hanno reso più difficile l’utilizzo dei trattamenti biologici contro le malattie fungine, che di conseguenza sono avanzate senza trovare grande resistenza. Il rammarico è grande: la qualità dei grappoli che non hanno avuto ripercussioni è veramente alta".