Trapianto con cuore fermo da 20 minuti, la prima volta in Italia sul 45enne Francesco: “Sto bene, il motore funziona”

Dopo il primo successo di riattivazione così lunga del cuore al centro “Gallucci” di Padova, l’intervento è già stato ripetuto 17 volte a livello nazionale

Francesco, 45 anni, primo trapiantato con cuore fermo oltre 20 minuti (a destra) con il professor Gino Gerosa e il presidente Luca Zaia

Francesco, 45 anni, primo trapiantato con cuore fermo oltre 20 minuti (a destra) con il professor Gino Gerosa e il presidente Luca Zaia

Venezia, 12 febbraio 2024 – Primo trapianto di un cuore fermo da 20 minuti in Italia. È stato eseguito lo scorso 11 maggio al centro “Gallucci” di Padova e oggi, a Venezia, Francesco, il paziente di 45 anni che l’ha ricevuto, ha presentato il risultato dell’intervento assieme al presidente della regione Veneto, Luca Zaia, e il presidente del “Gallucci”, Gino Gerosa.

Il paziente trapiantato: "Sto bene, il motore funziona”

Sto bene - ha detto Francesco, 45 anni -, parlo piano perché il dottore dice di farlo. La mia vita è cambiata, e sono felice di aver dato fiducia al prof. Ho accettato subito l'intervento, dopo da due anni che attendevo, posso dire che il motore funziona”. Si è trattato del primo caso in Italia con tempi di riattivazione del muscolo cardiaco così lunghi - 20 minuti più 25 minuti di ischemia funzionale calda - ed è stato seguito da altri 17 interventi simili a livello nazionale. “Il fatto che questa tecnica non solo funzionasse ma potesse essere riproducibile - ha commentato Gerosa - come ricercatori ci dà molta soddisfazione”.

Zaia: “É l’apertura di un nuovo corso”

L'incontro con Francesco e Gerosa è avvenuto in vista della Giornata mondiale dedicata alle Cardiopatie Congenite, che si celebra il 14 febbraio. "Il professor Gerosa con tutto il team dell'Azienda ospedale università di Padova - ha commentato Zaia - ha portato a termine un lavoro eccezionale che ha fatto scuola in tutto il mondo. Aver ampliato l'attività ai trapianti da pazienti in morte cardiaca non è stata soltanto una grande operazione per salvare una vita, ma ha significato l'apertura di un nuovo corso. Un primato che si aggiunge per il Veneto a quello del primo trapianto cardiaco italiano nel 1985 con il professor Gallucci. Per la seconda volta in questo ambito in Veneto si è varcata la soglia di quello che era ritenuto impensabile. È il frutto di un tessuto scientifico dove ricerca e terapia sono strettamente connesse restando sempre al passo con i tempi e, se possibile, anticipandoli”.

"Già raddoppiati i trapianti rispetto all’anno scorso”

Ogni anno in Veneto, è stato riferito, ci sono circa 300 nuovi nati affetti cardiopatie congenite più o meno gravi, con un'incidenza sulla popolazione tra l'8 e il 10 per mille. Su 100 persone che muoiono nel mondo, per 44 la causa è per problemi di cuore. "Abbiamo già raddoppiato i trapianti rispetto all'anno precedente - ha aggiunto Zaia - e il Veneto è una delle prime regioni in Italia per numero di quelli di cuore. Non ci fermiamo qui, continuiamo l'impegno, anche nella ricerca, per garantire a chi è in lista d'attesa per i trapianti nuove e innovative soluzioni. Il futuro sarà anche il cuore artificiale, il trapianto fra diverse specie, la rigenerazione di organi un tempo ritenuti non più efficienti. La medicina, in Veneto è anche ricerca. E la ricerca è applicata, giorno dopo giorno, in casi che da noi non sono solo pazienti, ma storie di grande umanità. Ognuna delle quali merita di essere raccontata”.