Treviso, fanno sparire 2,5 milioni e falsificano la contabilità: quattro denunce per bancarotta e autoriciclaggio

Sono stati sequestrati beni per oltre 600mila euro tra cui 800 metri quadrati di una villa storica a Destra Piave

I finanziari del comando di Treviso

I finanziari del comando di Treviso

Treviso, 15 febbraio 2024 – Scoperto nel trevigiano un sistema di gestione aziendale che operava con irregolarità finanziarie e ha portato al fallimento di un’avviata società di articoli sportivi. Si tratta di fatti riscontrati al termine di indagini della Guardia di Finanza di Treviso, che si sono conclusi con la denuncia di quattro persone per bancarotta e autoriciclaggio. Tutte responsabili di aver causato il fallimento di una società che produce e commercia articoli sportivi. Le investigazioni del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno permesso di accertare che la società fallita era stata gestita da due amministratori di fatto che, per oltre 20 anni, avvalendosi di numerosi prestanome, hanno amministrato dieci società, tutte operanti nel medesimo settore economico e tutte condotte alla bancarotta.

La manodopera proveniente dalla Bosnia

Le indagini si sono concluse con l’accertamento di movimenti per quasi due milioni e mezzo di euro con prelievi e bonifici disposti a favore di società e trust riconducibili ai due principali indagati, tra cui una società bosniaca, costituita per abbattere i costi della manodopera. I responsabili hanno falsificato la contabilità della società fallita, allo scopo di camuffare, attraverso dati di bilancio alterati, le distrazioni di liquidità, e hanno omesso il pagamento delle imposte per quasi un milione e mezzo di euro. Parte dei profitti dei reati di bancarotta, per circa un milione di euro, è stata impiegata in una nuova società, riconducibile sempre ai medesimi indagati. Per occultare la provenienza illecita delle somme di denaro, gli indagati avevano predisposto negozi giuridici simulati, che venivano giustificati con l’emissione di false fatturazioni. Si trattava di espedienti che hanno permesso alla nuova società di operare e ampliare il suo business servendosi del patrimonio della fallita.

Il sequestro di beni immobili

A seguito della proposta del pm, il gip di Treviso ha disposto, nei confronti dei due principali indagati, l’obbligo di dimora nel comune di residenza, oltre al sequestro di disponibilità finanziarie e beni immobili per oltre 600mila euro tra cui una porzione di una villa storica di quasi 800 metri quadri, sita in un comune della Destra Piave. Nell’ultimo anno, sono state 101 le operazioni condotte dalla Guardia di Finanza di Treviso nel settore dei reati fallimentari, con la denuncia di 197 persone e l’accertamento di distrazioni patrimoniali per oltre 42 milioni di euro.