Treviso, scoperto l’odontoiatra con la doppia contabilità per fare “nero”: ha evaso quasi 700mila euro

Il professionista usava un particolare software per fingere di fatturare gli incassi e quindi non pagare le relative tasse

I finanzieri del gruppo di Treviso

I finanzieri del gruppo di Treviso

Treviso, 12 febbraio 2024 – Aveva escogitato un sistema di doppia contabilità per fare “nero”, quindi fingere di fatturare gli incassi e non pagare le relative tasse: un metodo che a un odontoiatra trevigiano ha permesso di evadere quasi 700mila euro. Il professionista è stato scoperto dopo una verifica fiscale nel suo studio medico in provincia di Treviso eseguita dalle Fiamme Gialle. É emerso che per gli anni d’imposta dal 2017 al 2022, il professionista non ha dichiarato compensi per 408mila euro, con costi indeducibili per 285mila euro. In totale, quindi, il professionista ha sottratto a tassazione una somma di quasi 700 mila euro.

La doppia contabilità per fare “nero”

Il metodo utilizzato dall’odontoiatra per occultare gli incassi non fatturati, di cui erano a conoscenza anche i collaboratori di studio, era basato su un particolare software per gestire gli appuntamenti dei clienti, le cartelle cliniche e le fatturazioni. Un programma che permetteva di tenere una doppia contabilità. La prima coincidente con le scritture contabili esibite ai finanzieri. La seconda, invece, tenuta nascosta, per registrare i compensi incassati e non fatturati, quindi per fare “nero”. La contabilità occulta era accessibile solo attraverso una determinata funzione presente nel software, nota al professionista e ai suoi dipendenti, la quale, richiamando un vero e proprio archivio parallelo, consentiva di visionare anche le prestazioni eseguite, incassate e per le quali non era stata emessa alcuna ricevuta fiscale.

La ricostruzione del volume d’affari

Una complessa gestione dell’odontoiatra che è stata esaminata dai finanzieri del gruppo di Treviso, coadiuvati dal personale specialistico, abilitato alle ricerche informatiche con tecniche forensi, a scoprire il particolare programma di contabilità. È stato, così, ricostruito il reale volume d’affari del professionista, tenendo anche conto di una serie di costi non inerenti. Le imposte sottratte a tassazione, tra Irpef e Irap, sono state determinate in 330 mila euro.