Assunzioni in ripresa tra Belluno e Treviso, ma mancano i candidati: “Una figura su due è introvabile”. I dati del Veneto

L’allarme è lanciato dal presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza. Ecco quali sono i settori in ripresa e le figure professionali più gettonate. Sono 6mila i nuovi ingressi nelle aziende tra el Dolomiti e el Colline del Prosecco. In Veneto +85mila assunti nel 2023

Turismo e ristorazione tra i settori con la richiesta più alta di personale

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Treviso, 21 agosto 2023 – Tornano a crescere le assunzioni in Veneto, dove quest’estate si registra una netta ripresa rispetto agli ultimi mesi. Sono quasi 6mila i nuovi addetti assunti nel mese di agosto nella zona est della regione, tra le Colline del Prosecco e le Dolomiti. Nella provincia di Treviso, le imprese trevigiane hanno registrato 4.370 contratti di lavoro, mentre a Belluno sono stati 1.350. In tutto il Veneto +85mila assunzioni nel 2023, ma da maggio sono iniziati i primi segnali di rallentamento

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Lavoro in Veneto: tutti i dati

I dati indicano che, nei primi sette mesi del 2023, il bilancio del mercato del lavoro dipendente privato in Veneto è positivo per +85.400 posizioni di lavoro ma che, a partire dal mese di maggio, ha mostrato alcuni segnali di rallentamento. Il saldo registrato nel mese di luglio, in buona parte condizionato dalla stagionalità turistica estiva, è positivo per +2.700 posizioni di lavoro e mostra un miglioramento rispetto al 2022. Le assunzioni continuano ad essere maggiori di quelle registrate nel 2019 (+4%), tuttavia segnano un calo del -2% rispetto al 2022. 

Cosa succede a Treviso e Belluno

“Anche in agosto le nostre imprese continuano a rinforzare gli organici: nel turismo e nella ristorazione, ma anche nell'industria meccanica ed elettronica”, spiega il presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno-Dolomiti, Mario Pozza. Rispetto all’anno scorso, si rileva “qualche segnale di rallentamento”, avverte però Pozza. E infatti nel Trevigiano i numeri sono scesi di 170 unità rispetto alle assunzioni dell’agosto 2022, un po’ meno nel Bellunese (-10). Proiettate nei prossimo tre mesi – agosto, settembre e ottobre – le previsioni sulle due province sono di 21.730 assunzioni (-3%) per Treviso e 5.190 (-2,2%) per Belluno secondo i dati riportati dal bollettino Excelsior Unioncamere.

I settori che assumono: ecco quali sono

Le figure più ricercate dalle aziende trevigiane e bellunesi sono quelle degli operatori del commercio e del turismo (addetti alle vendite, alla ristorazione, all'accoglienza), dei servizi alle imprese (tecnici di vario genere) e dei servizi alle persone (pulizia, sanitari e sociali). Relativamente al manifatturiero, resta importante la domanda di operai specializzati, figure per le quali si mantiene tuttavia elevata la difficoltà di reperimento.

Mancano i candidati: “Una figura su due è introvabile”

In media, riportano i ricercatori di Unioncamere, una richiesta di assunzione su due rimane inevasa per mancanza di candidati, anche perché nel 58% dei casi le aziende richiedono agli aspiranti nuovi dipendenti un'esperienza professionale specifica o nello stesso settore. “Ormai una figura su due è introvabile – osserva il presidente della Cciaa territoriale e di Unioncamere Veneto, Mario Pozza –e sul tema del mismatching occupazionale stiamo cooperando con Veneto Lavoro per realizzare un'analisi multidimensionale del fenomeno. Serve riallineare domanda e offerta, ma dobbiamo trovare una quadra in modo intelligente, lavorando di fino tra strategie di attrazione e ritenzione talenti – conclude il presidente – da parte delle imprese, da un lato, e aspettative dei giovani sul lavoro, dall'altro”.

Donazzan: “Leggera flessione della domanda”

“I dati sull’occupazione di luglio in Veneto – spiega Elena Donazzan, l’assessora regionale al lavoro – evidenziano alcuni elementi da monitorare con attenzione. Pur rimanendo positivo il trend occupazionale da inizio anno, a luglio, nonostante le assunzioni stagionali, vi è stata una leggera flessione della domanda di lavoro e la contestuale riduzione delle cessazioni”. Ma non solo. “Tutto ciò fa ipotizzare una progressiva diminuzione della mobilità complessiva del nostro mercato del lavoro, che è stata particolarmente intensa nel periodo dopo la pandemia e che si sta ridimensionando. La crescita di domanda sta rallentando soprattutto nell’industria. E questo è il fronte da tenere più strettamente monitorato”, conclude Donazzan.