Verona, simulano l’identità del capo e ordinano all’azienda un maxi pagamento: sventata all’ultimo una truffa online da 1 milione

Raggirato l’ufficio contabile di un’azienda veronese convinto di trattare con il proprio amministratore delegato. L’intervento della polizia postale ha bloccato la transazione

Verona, 20 aprile 2024 – Simulano online l’identità del capo dell’azienda e mandano una richiesta all’ufficio contabile di pagare una fattura da 1 milione di euro. Un pagamento che stava per essere eseguito finché il vero amministratore delegato non si è accorto dell’anomalia e ha denunciato il tentativo di raggiro. Così la polizia postale di Verona ha sventato una truffa da un milione di euro tentata attraverso la rete ad un'azienda veronese.

Intervento della polizia postale contro la truffa online (foto d'archivio)
Intervento della polizia postale contro la truffa online (foto d'archivio)

La truffa

Secondo quanto si è appreso i truffatori si erano inseriti nell'organigramma della società e spacciandosi per l'amministratore delegato hanno inviato all'ufficio contabile la richiesta di pagamento di una fattura da un milione di euro verso un conto corrente estero e diverso da quelli verso i quali si operava solitamente. Lo staff dell'ufficio contabile della società era infatti convinto di parlare con l'ad, ma, ad una verifica, quest'ultimo ha negato qualsiasi intervento e si è rivolto alla polizia postale. 

L’intervento della polizia

Gli agenti della polizia postale veronese hanno attivato, tramite il Servizio centrale, i canali internazionali di cooperazione di polizia attraverso l'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia riuscendo a bloccare la transazione e restituendo l'ingente somma di denaro prima dell'effettivo trasferimento verso conti esteri. Questo tipo di truffa, nella quale emerge il ruolo dell'ad, è tra gli attacchi informatici più pericolosi per le imprese, che possono procurare danni non solo economici ma anche reputazionali nei confronti delle società e dei dirigenti coinvolti. Nell'ultimo periodo sono stati vari i casi nel Veneto, ultima un'azienda Godega di Sant'Urbano (Treviso) già colpita nei mesi scorsi.