Bologna, 17 marzo 2014 - E’ stato già identificato il violento che ha aggredito a tradimento e successivamente pestato a sangue, aiutato da alcuni amici, un giovane di ventotto anni venerdì notte al Cassero. Si tratta di un personaggio ben noto alle forze dell’ordine, italiano, sui 25 anni, con svariati precedenti, attualmente indagato per lesioni gravi. L’accusa però potrebbe aggravarsi in lesioni gravissime, qualora la vittima del pestaggio riportasse conseguenze permanenti alla mandibola, fratturata in due punti. Il ventottenne sabato sera è stato operato al Bellaria e solo nei prossimi giorni si capirà se l’intervento ha risolto tutti i problemi.

Nel frattempo, la polizia si è messa al lavoro, pur con l’handicap del ritardo dovuto al fatto che nessuno, a partire dai gestori del circolo Arci di via don Minzoni, ha chiamato le forze dell’ordine nell’immediatezza dell’aggressione. Le indagini sono perciò iniziate solo la mattina dopo, ma hanno comunque ottenuto il primo obiettivo e cioè l’identificazione dell’aggressore. Per il quale, visti i precedenti, il pm Giampiero Nascimbeni sta valutando la possibilità di misure cautelari. Poi il cerchio si allargherà agli amici, per identificarli e accertare eventuali responsabilità nel pestaggio.

Come raccontato ieri dal Carlino, tutto è nato perché il ventottenne, laureato in Sociologia, ha rimproverato l’altro che tentava di saltare la fila al guardaroba. Per tutta risposta, il ‘furbetto’ ha invitato il giovane fuori per fare a botte, ma lui ha rifiutato e tutto sembrava finito lì. Invece, mentre un’ora dopo il ventottenne era in pista a ballare assieme agli amici e alla fidanzata, il rivale l’ha colpito a tradimento con un pugno in faccia, facendolo cadere a terra, poi sono arrivati gli altri, due o tre ragazzi che l’hanno preso a calci. Solo l’intervento dei buttafuori ha posto fine al brutale agguato.

Gli inquirenti vogliono capire perché nessuno ha chiamato subito la polizia. Gli amici del giovane picchiato hanno chiamato l’ambulanza e sono usciti per aspettarla. Quanto al personale del Cassero, inspiegabilmente non ha chiamato le forze dell’ordine nell’immediatezza dei fatti, quando l’intervento della volante avrebbe permesso di fermare i picchiatori. «Non abbiamo capito subito la gravità della situazione», ha detto il presidente del Cassero Vincenzo Branà. C’è voluto parecchio tempo per capirlo, visto che la chiamata del locale sarebbe arrivata al 113 ben 2 ore dopo i fatti.

di Gilberto Dondi

AGGIORNAMENTI: sarà sentito il responsabile del circolo