
Alluvione 2024, Castelferretti finisce sott’acqua
"Non c’è più tempo da perdere. È indispensabile che le Istituzioni riconoscano e affrontino le problematiche sollevate, adottando un approccio proattivo e coordinato, capace di garantire una reale messa in sicurezza del territorio e di tutelare le comunità locali".
Parole chiare, quelle del gruppo spontaneo di cittadini di Castelferretti. E diffuse al culmine di una settimana in cui, tra l’altro, è stata annunciata l’imminente partenza dei cantieri sui fossi San Sebastiano, Cannetacci e il canale della Liscia, dopo l’assegnazione dei lavori da parte del Consorzio di Bonifica alla società Ridolfi di Pesaro e il sopralluogo di martedì di tecnici e amministratori.
Per i residenti della frazione, l’alluvione che ha colpito borgo e zona industriale continua a lasciare il segno. Non solo per i danni subiti, ma anche per le preoccupazioni legate alla vulnerabilità del territorio. A quattro mesi dall’evento, quindi, lo stesso gruppo è tornato a ribadire "l’urgenza di interventi strutturali efficaci per la sicurezza idraulica, evidenziando le criticità ancora irrisolte del progetto in corso". Durante l’assemblea pubblica del 6 dicembre scorso, che ha visto la partecipazione di esperti come l’architetto Maurizio Ulisse, l’ingegnere ambientale Mauro Barompriori e l’architetto e coordinatore dei Contratti di fiume Carlo Brunelli, la comunità aveva avuto l’opportunità di comprendere meglio le dinamiche del fenomeno alluvionale. I relatori aveva affrontato temi cruciali, dalla gestione dell’emergenza ai criteri di prevenzione, passando per un’analisi critica del progetto di sistemazione idraulica dei fossi e la necessità di un approccio integrato a livello territoriale.
"Il quadro emerso è preoccupante: gli interventi attualmente previsti, seppur un passo avanti, non sono sufficienti a garantire la sicurezza idraulica dell’area – hanno detto dal gruppo –. Le problematiche strutturali non risolte rischiano di compromettere l’efficacia delle opere già realizzate e di aumentare la vulnerabilità del territorio in caso di eventi futuri".
Motivi per i quali, dopo aver elaborato un documento tecnico contenente valutazioni approfondite e alcune proposte operative per affrontare le criticità, hanno trasmesso quegli atti a Regione, Consorzio, Provincia e Comune. La richiesta non si limita a una revisione degli interventi previsti, ma punta a una visione più ampia e lungimirante, che tenga conto delle evidenze tecniche e promuova una gestione integrata del rischio idrogeologico su scala di bacino. Di qui la mano tesa a "collaborare per trasformare questa emergenza in un’occasione di rilancio e prevenzione per il territorio". Un territorio che non vuole più finire sott’acqua.
Giacomo Giampieri