Antiche epigrafi trafugate a Ostia Così Ancona ha svelato l’enigma

Tornano nel Parco archeologico di Ostia antica 9 Epigrafi trafugate decenni fa. Il recupero, a Fano, è stato possibile grazie alle indagini Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ed al lavoro d’indagine scientifica delle Soprintenze di Ancona e del Parco di Ostia antica. Un "enigma" sciolto grazie ad una pubblicazione di Fausto Zevi. Le attività investigative e giudiziarie, condotte dal Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Nucleo di Ancona e dal Tribunale di Pesaro, hanno consentito il recupero di una serie di iscrizioni su marmo illecitamente sottratte da Ostia intorno alla metà del secolo scorso e confluite in una collezione privata. Si tratta di documenti epigrafici di carattere funerario, originariamente destinati alle aree sepolcrali dislocate nel territorio dell’antica Ostia, che potranno essere nuovamente ricongiunti al contesto di provenienza, contribuendo, tra l’altro, ad approfondire le conoscenze sulla società della colonia romana alle foci del Tevere. Una prima indicazione ai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Ancona che si trattasse di reperti provenienti da Ostia si deve alla soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona, Pesaro e Urbino, in particolare al funzionario archeologo Maria Raffaella Ciuccarelli che, grazie alla collaborazione di Andrea Raggi, docente dell’Università di Pisa, ha segnalato come alcune delle epigrafi in questione fossero presenti in uno studio pubblicato di Fausto Zevi in Epigrafia ostiense, nell’appendice relativa agli esemplari dispersi. Per quanto riguarda l’epoca del loro trafugamento da Ostia, la notizia dell’esistenza di questa "collezione archeologica" in una residenza privata a Fano già nel 1953, induce a supporre che possa collocarsi negli anni ‘40 del secolo scorso, subito dopo il Grande Scavo.