
L’assegno di inclusione è destinato anche agli over 60
Assegno di inclusione e Reddito di cittadinanza: il paragone è impietoso. L’Asp9 ha realizzato un primo bilancio sugli effetti della nuova misura di contrasto alla povertà a Jesi e negli altri 20 Comuni della Vallesina di sua competenza. "Il confronto evidenzia una netta discontinuità sia in termini numerici sia rispetto alla struttura del beneficio. Nel 2023 i nuclei familiari beneficiari del Reddito di Cittadinanza nel territorio erano 925, per un totale di 1.673 persone coinvolte. Con l’introduzione dell’Assegno di Inclusione, nel 2024 il numero è sceso a 348 nuclei familiari e 627 persone, segnando una riduzione significativa che riflette il cambio di impostazione più selettiva della nuova misura, destinata a famiglie con minori, persone con disabilità, over 60 o soggetti in condizione di svantaggio certificato. La riduzione delle famiglie assistite è stata del 62%, quasi i due terzi dei precedenti beneficiari del Reddito di cittadinanza. Tale tendenza – proseguono dall’Asp9 – è confermata anche su scala regionale e nazionale. Nelle Marche i nuclei beneficiari passano da 15.687 (RdC) a 7.820 (ADI) con una riduzione del 50%, mentre in Italia si registra una calo, da oltre 1.367.846 a circa 758.872 nuclei familiari".
Ma non finisce qui. "In parallelo – continuano dall’Asp – alla riduzione della platea dei beneficiari, si registra un aumento dell’importo medio mensile erogato. Nel territorio dell’Ambito sociale, il valore medio del beneficio è passato da 455,65 euro (RdC) a 597,30 euro (ADI) e cioè un +31%. A livello regionale, si è saliti da 480,12 euro a € 574 euro (+19%), mentre a livello nazionale l’importo medio è cresciuto da 562,75 a € 620 euro. Questo evidenzia come l’ADI, pur coinvolgendo un numero inferiore di famiglie rispetto al Reddito di Cittadinanza, garantisca un sostegno economico più consistente".
"L’introduzione dell’ADI – spiegano – ha rappresentato un cambio di paradigma nelle politiche sociali italiane segnando il passaggio da un’impostazione universalistica a un sistema più selettivo e riservato a determinate categorie. Nell’attuale scenario, il ruolo dei servizi sociali territoriali diventa ancora più centrale nell’intercettare e nel supportare le persone in situazione di bisogno che non rientrano nei criteri di accesso dell’ADI. L’Asp Anbito 9 ha dovuto rispondere a queste nuove esigenze attivando interventi suppletivi volti a garantire risposte il più possibile inclusive e personalizzate. Il passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione ha determinato un maggior impegno dell’Asp Ambito 9 nell’erogazione di contributi economici, nell’attivazione di tirocini di inclusione sociale e nelle attività di orientamento e accompagnamento verso percorsi lavorativi".