Presentati ieri gli studi sulla Vallata del Misa "Dall’alluvione alla sicurezza idraulica" realizzati dalla Fondazione Cima (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale), da Univpm (Politecnica delle Marche) e da Unicam (Università di Camerino) coordinate da Aubac (Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale). Il Governatore Acqauroli: "Impossibile garantire il rischio zero".
Tra le opera previste ci sono 8 casse di espansione, di cui due in progettazione: "Ridurre il numero di casse e aumentare gli invasi per limitare non solo i costi relativi alla realizzazione ma anche alla manutenzione, così è stato rielaborato il progetto del 2016" spiega Luca Ferreris, presidente della Fondazione Cima.
Sono invece nove le riprogettazioni di ponti senza pile in alveo: "Siamo consapevoli che un rischio c’è e ci sarà sempre – ha spiegato il presidente della Regione, Acquaroli - ringrazio tutti coloro che hanno dato un contributo, anche i comitati, il loro è stato un contributo determinante. Ringrazio le famiglie, che ci hanno dato fiducia e sono rimaste nei territori".
Una mitigazione del rischio per restituire sonni tranquilli ai residenti dell’intera valle del Misa e del Nevola: "Occorreranno due, tre anni per portare a termine i lavori" ha spiegato l’assessore alla Protezione Civile Stefano Aguzzi. La progettazione delle vasche di espansione rimanenti è attesa nei primi dieci giorni di luglio, ad annunciarlo è stato il vice Commissario Ingegnere Stefano Babini. Lo studio consentirà una mappatura del Pai in tempo reale al passo con gli interventi: "Questo ci consentirà di seguire un percorso ed è un esempio virtuoso, stiamo ragionando ad un sistema di controllo con intelligenza artificiale con riprese fotografiche sul territorio in tempo reale" ha confermato il responsabile di Aubac.