Terza giornata per il Festival di poesia ‘La Punta della Lingua di Ancona. Alle 18.30 nella Sala Boxe della Mole Vanvitelliana ci sarà un appuntamento unico: ‘Charles Simic e l’Europa dei poeti’. Il grande poeta americano, in collegamento dagli Usa (e Damiano Abeni, uno dei suoi traduttori, dalla Sardegna) interverrà alla presentazione del n. 20 di "Argo", a cura di Rossella Renzi. Simic, per Argo intervistato da Riccardo Frolloni e tradotto da Giovanni Ibello, è uno dei maggiori poeti viventi mondiali. Nato a Belgrado, dal 1953 risiede negli States dove insegna Letteratura inglese all’università del New Hampshire. La sua prima raccolta di poesie risale al 1967: ‘What the Grass Says’. Da allora ha pubblicato diverse opere in versi, tra le quali ‘Jackstraws’ e ‘The World Doesn’t End’, che gli ha consentito di vincere il Premio Pulitzer per la poesia. In inverno uscirà il suo nuovo libro di poesia, ‘Avvicinati e ascolta’, tradotto da Abeni e Moira Egan per Tlon. Ingresso libero su prenotazione (www.lapuntadellalingua.it). Ad aprire la giornata sarà ancora la poesia di ‘Best of Zebra’ (parte 2), una selezione di 50 minuti di video-poesie in loop, dalle 17 alle 23. Alle 18 sarà presentato "Un rosario di bugie"di Jack Spicer, con Andrea Franzoni. ArgoLibri, il marchio editoriale del festival, continua la pubblicazione, libro dopo libro, delle opere del poeta e linguista. Alle 19.15 la giornata proseguirà con "Omaggio a Mario Benedetti" con i poeti e scrittori Stefano Dal Bianco, Gian Mario Villalta e Tommaso Grandi. Benedetti se ne è andato il 27 marzo, a causa del Covid 19 che lo ha colto nell’istituto in cui era ricoverato da anni per la lunga malattia che lo affliggeva. Alle 21 "Dante, l’Italia e le Marche" avrà come protagonista Giulio Ferroni, insigne italianista, che compie un viaggio nella letteratura e nella storia italiana. La giovane studiosa Ludovica Cesaronia approfondirà i luoghi danteschi delle Marche. Si chiude alle 22 con le letture di Stefano Dal Bianco e Gian Mario Villalta.
CronacaDagli Stati Uniti l’intervento del grande poeta Charles Simic