MARINA VERDENELLI
Cronaca

Furto alla materna di Ancona, rubati soldi e cibo: un papà nei guai

L’uomo , 27 anni, è padre di un bambino che frequentava l’asilo di via Buonarroti: la sua traccia era nella banca data in quanto pregiudicato. Ma è riuscito a dimostrare la sua totale innocenza

Furto alla materna: papà nei guai

Furto alla materna: papà nei guai

Ancona, 25 maggio 2023 – Una sua impronta trovata nell’asilo frequentato dal figlio stava per costargli una condanna per furto aggravato. Protagonista un papà di 27 anni, con diversi guai con la giustizia alle spalle, finito a processo al tribunale dorico con l’accusa di furto aggravato. Stando alle accuse che lo hanno fatto finire a palazzo di giustizia, a dicembre del 2016 si sarebbe introdotto nella scuola materna 25 Aprile, in via Michelangelo Buonarroti, approfittando delle festività natalizie per cui l’edificio era chiuso, e avrebbe portato via mille euro dal fondo cassa scolastico e anche del cibo. Dall’asilo erano stati rubati quattro prosciutti, quattro chili di parmigiano, tre bresaole, dieci bottiglie di olio d’oliva, un tablet, un cellulare di proprietà del Comune di Ancona ma in uso alla scuola.

Era stato un collaboratore scolastico, riaprendo la scuola la mattina successiva, a trovare la finestra della sala lettura rotta e gli uffici e le dispense messe a soqquadro. La cassaforte era stata manomessa e mancava tutto il denaro usato per le spese correnti. Dall’asilo avevano chiamato la polizia e la Scientifica era andata sul posto per fare i rilievi. Tra le tante impronte trovate ne era stata isolata una, nemmeno completa, che era risultata nel database della questura. Corrispondeva al 27enne, già noto alle forze di polizia per furti e rapine.

Una pattuglia aveva raggiunto l’abitazione del sospettato. C’era stata una perquisizione ma in casa la refurtiva non era stata trovata. Chiuse le indagini il 27enne è rimasto l’unico colpevole secondo l’accusa e ha dovuto affrontare un processo davanti alla giudice Alessandra Alessandroni. Ieri l’imputato, difeso dall’avvocato Michele Carluccio, era in aula (attualmente sta scontando una pena in carcere ed è stato accompagnato dalla polizia penitenziaria) e ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee prima che iniziasse la discussione e si formulasse la sentenza.

"Portavo mio figlio tutti i giorni in quell’asilo – ha detto il 27enne – ho girato in quelle stanze perché a volte, ammetto, mi nascondevo per poter vedere mio figlio giocare. Che ci sia stata una mia impronta è normale ma non ho rubato nulla". La mezza impronta è stata trovata su una superficie dove sono spariti i soldi. L’imputato, che all’epoca faceva il muratore, ha spiegato che era stato nella scuola anche per concordare con una insegnate di ritinteggiare una parete. Dopo la discussione la giudice ha assolto il giovane padre per insufficienza di prove. La difesa era pronta a chiedere anche una seconda perizia sul quel frammento di impronta, citando il caso Bossetti, ma non c’è stato bisogno. L’imputato è stato poi ricondotto in carcere.