Il sindaco: "Ma oggi penso a quei consiglieri già morti"

Silvetti era tra gli indagati e la sua assoluzione arrivò poco dopo la vittoria elettorale "Massimo Binci e Pietro Enrico Parrucci tutto questo non lo sapranno mai".

Il sindaco: "Ma oggi penso a quei consiglieri già morti"

Il sindaco: "Ma oggi penso a quei consiglieri già morti"

"Si è chiusa finalmente una pagina e dispiace che la vicenda si sia trascinata così tanto nel tempo ma oggi il mio pensiero va solo a chi non c’è più, a quei consiglieri che nel frattempo sono morti, penso a Massimo Binci (è deceduto il 4 luglio del 2021 a 64 anni, ndr) e a Pietro Enrico Parrucci (morto il 29 ottobre del 2022, ndr)". Cosi il sindaco Daniele Silvetti commenta la sentenza di assoluzione sulle spese "facili" in Regione divenuta irrevocabile. In 11 anni di processo ha mantenuto sempre un atteggiamento sobrio e defilato sulle accuse piovute addosso a lui e ad altri politici in carica quegli anni. "Avevo già avuto l’assoluzione dalla Corte dei Conti – dice Silvetti – ed ero consapevole di come avevo gestito i fondi, tenendo tutti gli scontrini e le ricevute delle spese fatte, tutto calibrato al centesimo tra quanto pagato e quanto richiesto. Avevo tutte le pezze di appoggio per dimostrare la mia correttezza e nulla era interpretabile. Ero tranquillo che l’organo competente avesse tutti gli elementi per arrivare ad una assoluzione".

Il sindaco si è letto anche le motivazioni della sentenza di assoluzione che è arrivata nel luglio scorso dove sottolinea "è tutto un "non dimostrato" e "spese congrue", il collegio penale è andato molto in profondità sulla vicenda, anche nei contenuti dichiarati prescritti quindi l’assoluzione è stata piena". Il pensiero a chi non c’è più è anche per le famiglie di quei consiglieri "perché ho assistito a telefonate toccanti in quegli anni - continua il sindaco – quando esplose il caso, anche in un contesto nazionale, e c’è rammarico ora che i diretti interessati non abbiamo potuto beneficiare di questo momento".

"Quanto accaduto fa riflettere – aggiunge Silvetti – mi ha accompagnato per undici anni, ogni tanto affiorava ma ci avevo fatto anche il callo però non ho mai pensato che questa vicenda poteva rovinarmi la vita o la carriera politica, tecnicamente c’era chi mi ha prospettato cosa poteva accadere in caso di una condanna ma vedevo questo esito come mettere in difficoltà una amministrazione intera che si era appena insediata perché io ero stato eletto appena il 30 maggio".

Le contestazioni a Silvetti hanno riguardato per lo più collaborazioni e pubblicità sui giornali, con Futuro e Libertà, "ma eravamo ancora un partito nuovo – sottolinea – ed era più quello che mettevamo di tasca nostra che altro". Il giorno della sentenza di assoluzione era a passeggiare con la moglie ai laghetti del Passetto e ha saputo subito la notizia da un sms del suo avvocato Alessio Stacchiotti.

ma. ver.