"L’impianto non inquina, è sicuro - altrimenti non ci andremmo a lavorare - e anzi porta grandi benefici ambientali. Quel sito è idoneo e previsto dal piano regionale e provinciale e sarebbero complicate localizzazioni alternative. Ma non sarà braccio di ferro col territorio". Così i vertici Edison ieri, nell’inchiesta pubblica sul trattamento di rifiuti pericolosi e non alla Zipa, all’hotel Federico II davanti a un centinaio di persone delle quali 13 iscritte a parlare (tra ieri e lunedì prossimo).
Le prime tre ore sono state riservate a Edison per la presentazione del progetto e alle 20 sono arrivate proteste dalla platea per l’assenza di dibattito e contradditorio. Roberto Ronca, direttore unità di business economia circolare di Edison Next dopo aver spiegato che oggi "questo tipo di terreni inquinati vanno per lo più all’estero", fa chiarezza sui tempi della proposta approdata in città: "Il contatto col Comune è nato poco prima di metà 2023, quando abbiamo attivato l’istruttoria per l’iter pre-autorizzativo e non abbiamo incontrato contrarietà ma anzi il benestare degli enti coinvolti. La reazione successiva è comunque comprensibile, umana e le tante osservazioni arrivate (un centinaio, ndr) non ci hanno sorpreso. Forse è stato commesso qualche errore nella comunicazione e per questo siamo qui a spiegare il progetto".
"Anomala" invece la contrarietà degli imprenditori della zona" per Ronca che parla di "grandi benefici economici per il territorio con questo investimento di 50 milioni di euro e due anni di cantiere". Edison si dice pronta a rimodulare il progetto anche nelle altezze dei silos (che richiedono una variante al prg in Consiglio): "Non sarebbe un problema se ce lo richiedessero, ma non certo per aggirare il consiglio comunale" rimarca Lavina Bellioni, responsabile dei rapporti istituzionali per Edison.
Ma sulla location "trovare alternative localizzative reali è complicato". A detta del consulente Edison Antonio Levato sono stati valutati altri siti come "Ostra Vetere, Ostra, l’ex Montedison di Falconara scartati per i vincoli di tutela integrale o per la presenza di aziende agricole vicine". Ma anche Fabriano dove però "non ci sono aree disponibili". In altri progetti analoghi "alla fine si è trovato un punto di caduta – aggiunge Giovanni Baldassarre, responsabile sviluppo progetti - ma questo non vuol dire che faremo questo impianto a tutti i costi".
Ma il consiglio comunale ha già detto no formalmente a questo progetto, "tra l’altro prima dell’inchiesta pubblica" come hanno rilevato gli stessi vertici Edison. "Quello era un documento che si voleva votare già in estate – conclude Bellioni -. Non dobbiamo convincere qualcuno ma rappresentare in maniera oggettiva e trasparente i dati del progetto, evitando gli equivoci di questi mesi".
Sara Ferreri