MARINA VERDENELLI
Cronaca

Overdose mortale, colpo di scena: "La droga letale gliel’ho data io"

Un 45enne di Palombina morì a piazza d’Armi, pusher assolto dopo 4 anni. Ma spunta una testimonianza nuova

Overdose mortale, colpo di scena: "La droga letale gliel’ho data io"

Prima il malore nei bagni pubblici di piazza d’Armi, poi la morte in ospedale dopo tre giorni di agonia. Ad uccidere Andrea F., 45 anni, di Palombina, era stata una dose di eroina. Per quel decesso un 58enne milanese, residente da anni in città, è stato quattro anni sotto processo perché stando alla pubblica accusa sarebbe stato lui il pusher che aveva ceduto la dose letale. Ieri mattina però la giudice Martina Marinangeli lo ha assolto dall’accusa di morte morte come conseguenza di altro reato perché il fatto non sussiste. Il milanese, difeso dall’avvocato Giacomo Maria Girombelli, è stato condannato solo per detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio, con una pena di un anno e due mesi di reclusione. Nel corso del processo è stata sentita, nelle udienze precedenti, una donna che lavorava all’epoca in una attività di piazza d’Armi, con un passato di tossicodipendenza. Uscita dal giro e tornata ad una vita normale in cui non si droga più ha voluto raccontare come sono andati i fatti il 5 gennaio del 2019, quando il 45enne fu trovato in overdose. In aula aveva detto che era stata lei a dare la dose ad Andrea, un quantitativo che la ragazza non aveva voluto usare perché una sua amica dopo averla assunta era stata male. A seguito delle dichiarazioni rese in tribunale gli atti per questo punto sono stati rinviati in Procura dove sarà aperto un fascicolo a carico della testimone che potrebbe vedersi accusata lei del reato di cessione di droga e morte in conseguenza di altro reato. All’imputato milanese era arrivata la polizia dopo aver sentito diversi testimoni che avevano visto nelle vicinanze dei bagni un uomo con un cappellino e uno scaldacollo. Gli agenti avevano trovato gli indumenti in casa del sospettato dopo una perquisizione. Nell’abitazione era stato trovato anche un involucro con tracce di eroina, la stessa che aveva assunto la vittima. Anche il cellulare era servito ad individuare più chiamate tra lui e il 45enne. L’autopsia disposta allora dalla pm Valentina Bavai aveva chiarito che a causare la morte era stata proprio la sostanza stupefacente. Le dosi assunte però sarebbero state due e quella letale non gliela ha data il milanese.