Arrivano a gruppi, si siedono sui muretti delle case e nei pianerottoli dei portoni dove bivaccano tutto il giorno e a volte anche la notte. Bevono birra e lasciano sporco. Cartacce, bottiglie di vetro, lattine che finiscono nella pulizia che devono poi fare gli operatori di Anconambiente. Il tutto urlando tra loro e aggredendosi. Siamo in piazza d’Armi, il canalone che confina con via Torresi, un punto centrale del Piano dove a fatica le attività cercano di andare avanti in situazioni di degrado. I controlli delle forze dell’ordine non mancano ma passata la volante e la gazzella i gruppi poi ritornano. Sono per lo più extracomunitari, di varie etnie, e giovedì la situazione ha raggiunto l’apice con il danneggiamento di una finestra di una parrucchiera, quella di Susanna Rinaldi, che si trova al civico 15 di via Torresi, la parte bassa e le cui finestre danno su piazza d’Armi. Durante un litigio scoppiato in strada sono state lanciate delle bottiglie che hanno colpito anche la sua finestra, mandandola in frantumi. La parrucchiera ha contattato il Carlino per raccontare l’episodio e per lanciare anche una richiesta di aiuto. "Erano le 17 – spiega Rinaldi – quando ho sentito un botto grosso, sembrava quasi uno sparo. Mi sono impaurita perché arrivava dalla mia finestra. Non mi sono affacciata subito per lo spavento. Poi ho scostato poco a poco la tenda e ho visto la finestra in frantumi e vetri anche a terra, di fuori. Avevano lanciato una bottiglia. In strada c’erano persone di colore, discutevano, urlavano, qualcuna è fuggita. Ho chiamato i carabinieri per chiedere un intervento ma non potevano mandare una pattuglia in quel momento perché erano impegnati in altri servizi". La parrucchiera ha iniziato a fare delle foto per documentare la situazione e avere le prove di quello che stava succedendo. Poi si è presentata in caserma alla Montagnola per fare denuncia ma gli uffici preposti erano chiusi. "Sono tornata la mattina dopo (ieri, ndr) – continua Rinaldi – ho atteso fino alle 10 poi sono dovuta tornare al lavoro. La denuncia comunque la presenterò, ho 90 giorni di tempo. La situazione in piazza d’Armi sta diventando seria. Giovedì erano in 5-6, tutti stranieri, non si sa perché vengono lì, ormai è diventato un punto di ritrovo, credo anche che spaccino. Si trattengono fino a sera, io mi chiudo dentro da tempo quando sono al lavoro perché ho paura. La bottigliata che hanno lanciato poteva entrare nel mio negozio se fosse stata estate e colpire le clienti perché lì vicino ho il lavatesta. Non siamo più sicuri di stare a casa nostra". L’artigiana chiede attenzione e spiega che la situazione va avanti da almeno otto anni. "Siamo prigionieri nel nostro Paese – aggiunge la parrucchiera – il commercio andrebbe salvaguardato perché siamo tartassati di tasse e costretti a chiuderci dentro per non avere problemi. Non se ne può più".
CronacaPaura in piazza d’Armi: "Qui tra risse e bivacchi. Bottigliate alle finestre"