
L’esposizione della 29enne Irene Micucci è ospitata alla Cantina fotografica
Una mostra alla Cantina Fotografica per parlare di tecnologia, di videocamere di sorveglianza e dell’impatto sulla privacy: è questa l’idea di Irene Micucci, 29enne di Ancona, che ha presentato pochi giorni fa la sua "2024", il titolo dell’esposizione. Un’esposizione che – spiega lei – "si sviluppa come un ambiente immersivo ispirato agli anni ’60-70, quando ancora la videosorveglianza non era la nostra ´normalità´, riportando lo spettatore ad un contesto di sicurezza, invitandolo ad una profonda riflessione sulla nostra attuale vulnerabilità".
L’auspicio dell’artista, iscritta all’Accademia di Belle Arti di Macerata, "è che il visitatore, immergendosi in questo ambiente, possa vivere un’esperienza multisensoriale che lo porti a riflettere sulla propria percezione di sicurezza, sulla vulnerabilità dei nostri spazi più intimi e, soprattutto, sul nostro ruolo in un mondo sempre più osservato e monitorato".
Un tema fra i più attuali, questo, che coniuga arte, sociologia e mondo del diritto: "Il progetto – prosegue Micucci, diplomatasi al liceo artistico Mannucci di Ancona – nasce non solo da una riflessione critica tra controllo tecnologico e libertà individuale, ma anche e soprattutto da un profondo desiderio di catturare ciò che sfugge alla nostra percezione quotidiana. Da questa riflessione – il suo racconto – è emersa un’interrogazione molto più ampia sul ruolo della tecnologia nella nostra quotidianità: in particolare sulla presenza pervasiva della videosorveglianza. Le telecamere di videosorveglianza – precisa lei – sono ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, con il titolo di garanti della nostra sicurezza si insinuano nelle nostre case, nei nostri spazi privati come una presenza silenziosa ma ingombrante".
La mostra, ad ingresso libero e gratuito, è visitabile fino al 7 gennaio, tutti i giorni, dalle 17 alle 21.
ni.mor.