
Danilo Conocchiari mostra i danni alla parete della sua gioielleria «Zeno». in via Palestro
Sono tutti tatuatori i responsabili del raid vandalico di domenica notte tra gli Archi e via Palestro. Gli stessi, individuati dal sistema di telecamere del Comune e di una gioielleria, sono stati poi individuati dalle puntuali indagini della squadra anti-degrado della polizia locale di Ancona che hanno fatto scattare tre denunce alla procura di Ancona, ma altre potrebbero arrivare nei prossimi giorni. La banda, composta da una dozzina di membri, nel pomeriggio di domenica scorsa aveva partecipato alla kermesse "Ankonventional-International Tattoo Expo" al PalaIndoor. Dopo essere stati scoperti, fermati e denunciati a seguito dell’inchiesta messa in campo dalla polizia locale, i componenti della banda hanno deciso di redimersi chiedendo scusa ai titolati del bar Four Roses e dell’attiguo negozio di lampadari in via Marconi, agli Archi, e promettendo che nei prossimi giorni ripuliranno le pareti imbrattate dai loro graffiti.
Un gruppo particolare. Sono tutti uomini di età compresa tra i 25 e i 30 anni provenienti da fuori città e da fuori regione; addirittura uno dei protagonisti principali dei raid è volato ad Ancona da Los Angeles. Il contributo alla loro identificazione è arrivato dal titolare della gioielleria Zeno di via Palestro, dove i vandali hanno colpito con uno dei loro obbrobri, realizzato però dove non dovevano: "La parete del nostro negozio – spiega Danilo Conocchiari – è vincolata dalla Soprintendenza e la gioielleria è stata insignita anni fa della targa ‘Locale storico’. La loro bravata è stata ripresa in due momenti dal nostro sistema di videotelecamere. Prima hanno colpito noi e poi hanno realizzato quelle scritte senza senso qui di fronte, ai danni del ristorante Zenzero. So che hanno colpito anche alcuni negozi agli Archi e che sono un gruppo di tatuatori che dopo la mostra domenica ha pensato bene di sporcare le pareti di mezza città. Qui hanno agito senza troppe precauzioni, qualcuno aveva un berretto calato in testa, ma molti avevano il volto scoperto. Credo non pensassero che ci fosse un sistema di videosorveglianza attivo, adesso l’hanno capito. Non è la prima volta che ci capita una cosa del genere, basta vedere lo scempio che negli anni è stato fatto alla galleria qui a fianco, dove ci sono le scale per salire, dove si affacciano i locali della nostra gioielleria. Bene l’indagine della polizia locale, bisogna fermare questi raid in città".
Colpevoli sì, ma anche redenti: "Sono venuti a chiederci scusa – conferma il titolare del bar Four Roses – e anzi hanno detto che sarebbero andati a comprare la pittura dello stesso colore della parete del locale e del negozio a fianco per coprire le loro scritte. Torneranno per il lavoro nei prossimi giorni".