Sputi e schiaffi agli arbitri "Sono gesti inammissibili"

Nervi tesi al PalaBadiali, multa di 2500 euro al Città di Falconara che si scusa: "Certi comportamenti non saranno più tollerati. Non ricapiterà mai più".

Multa da 2.500 euro al Città di Falconara dopo le intemperanze di alcuni tifosi verso gli arbitri al termine di gara-1 della semifinale Scudetto, altolà della società: "Certi comportamenti non saranno più tollerati". I fatti risalgono a domenica sera. Nei minuti conclusivi del match, molto accesi, dove le Citizens sono state superate per 2-3 dalle pugliesi, sono finiti nel mirino i ‘fischietti’. A scatenare le proteste dei fedelissimi un fallo parso solare e non concesso su Taina. Siamo sul 2-1 Falconara. Mentre il Bitonto attacca disperatamente a cinque, Mansueto - già ammonita - tocca Taina con una ginocchiata sulla coscia. Quest’ultima cade, ma l’esperta arbitra internazionale Perona non si pronuncia. L’azione prosegue e il club pugliese pareggia. Nervi saltati e falchette che, di lì a poco, incassano anche la rete della doccia gelata, che le costringerà alla doppia impresa in Puglia (sabato alle 21 gara-2, eventuale gara-3 lunedì alle 19) per raggiungere la finale Scudetto. Dopo i saluti sotto la tribuna, i primi ad uscire dal campo sono proprio gli arbitri. La ricostruzione di quanto accadrà una manciata di minuti dopo è nelle parole del giudice sportivo, che ha disposto la multa di 2.500 al Falconara perché "al termine della gara propri sostenitori rivolgevano frasi gravemente offensive e minacciose all’indirizzo degli arbitri e del commissario di campo mentre facevano rientro negli spogliatoi, lanciandogli contro diversi sputi che attingevano più volte l’arbitro numero 2 al braccio e alla divisa ed una bottiglietta di plastica all’indirizzo del commissario di campo, che non veniva colpito. In tale circostanza alcuni sostenitori della società sporgendosi dalle tribune cercavano di colpire con degli schiaffi tutti e quattro gli arbitri, riuscendo a colpire con alcune manate alla testa sia l’arbitro numero tre, senza causargli conseguenze, sia il cronometrista, procurandogli momentaneo dolore e mal di testa che durava per 30 minuti. Sanzione così determinata in quanto la società ospitante a fine gara si attivava per garantire agli arbitri l’uscita in sicurezza dall’impianto di gioco". Pronte replica e scuse (chapeau, ndr): "La società si scusa con gli arbitri, il cronometrista ed il commissario di campo della semifinale di domenica scorsa per non aver saputo bloccare in tempo le gravissime intemperanze commesse da una frangia della propria tifoseria. Avvisa questi stessi tifosi che certi comportamenti non saranno più tollerati in futuro. Cari amici arbitri, vi promettiamo che non ricapiterà più. Mai più. Il PalaBadiali torni a essere sempre casa vostra. Come è sempre stato".

g.g.