GIUSEPPE
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Tamberi, il miglior atleta italiano dell’anno. "Sono maturato tanto, voglio diventare padre. Ora l’obiettivo è l’oro alle Olimpiadi di Parigi: mi alleno tutti i giorni, ho ancora molta fame»

Gimbo ha ricevuto il Collare d’Oro dal Coni e il premio Fidal: "Un grande orgoglio, segno che l’Italia sportiva sta facendo un ottimo lavoro". Sulle sfide del 2024: "Non sono appagato dopo Budapest". Nessun saltatore ha mai vinto due volte di seguito i Giochi: "Sarebbe un sogno".

"Sono maturato tanto, voglio diventare padre. Ora l’obiettivo è l’oro alle Olimpiadi di Parigi: mi alleno tutti i giorni, ho ancora molta fame"

"Sono maturato tanto, voglio diventare padre. Ora l’obiettivo è l’oro alle Olimpiadi di Parigi: mi alleno tutti i giorni, ho ancora molta fame"

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Il Gimbo nazionale, il saltatore anconetano Gianmarco Tamberi, campione di tutto, guarda al 2024 con due obiettivi che sono i più alti della sua vita: l’oro olimpico a Parigi 2024, che rappresenterebbe un traguardo – il doppio titolo – mai raggiunto da nessuno nella storia dell’atletica leggera, e poi un figlio, insieme a Chiara, sua moglie. Nella consapevolezza che c’è prima una missione sportiva da compiere, la più alta, quella a cinque cerchi.

Gianmarco, ha ricevuto il collare d’oro, massima onorificenza sportiva del Coni, prima di Natale: qual è stato il suo primo pensiero in quella circostanza?

"È stato motivo di grande orgoglio, nel mondo dello sport l’onorificenza più grande dopo quella di essere ricevuti da Mattarella, un grande ricordo. La prima cosa che ho pensato, vedendo così tanti premiati, è che questa è la dimostrazione del lavoro fantastico che si sta facendo nello sport olimpico in questi anni in Italia. Siamo sempre più competitivi a livello mondiale".

Ripercorriamo il suo 2023. Come definirebbe l’anno trascorso, con un aggettivo o con poche parole?

"Un anno di grande maturazione, perché mi sono preso in carico tantissime responsabilità nel cambio di scelta tecnica. Giulio Ciotti e Michele Palloni sono due carte vincenti che si sono inserite nella mia programmazione, perché io non ho cambiato nulla, sono loro che si sono avvicinati al mio mondo. E’ stata una sfida, che mi ha messo nuovamente alla prova".

L’oro di Budapest era il titolo che le mancava: si sente appagato da questo 2023?

"Sicuramente contento del 2023, ma non appagato, assolutamente no. Ho ancora fame e voglia di continuare a ottenere quello per cui ho fatto tanta fatica, in questo senso non è cambiato assolutamente nulla. Ora che sono tornato a divertirmi e a confrontarmi con gli altri grandi del salto in alto, difficilmente posso sentirmi appagato".

Soprattutto grazie al suo grido d’allarme il Comune sta provvedendo a delle migliorie al Conti e al PalaIndoor: le manca ancora qualcosa per potersi allenare al top?

"In questo momento non sono ancora andato sulla pista outdoor, speriamo che sia pronta per la primavera, così mi hanno detto. Un segnale importante, nell’anno olimpico, stare vicino ad atleti che cercano di portare lustro alla città, la struttura del campo outdoor era arrivata agli sgoccioli, ma anche di più. Adesso direi che non ho bisogno di particolari necessità. Per preparare una Olimpiade le strutture sono indispensabili, soprattutto il Conti".

Si sta allenando anche in questi giorni?

"Certo, assolutamente. Pausa solo il 25 dicembre. Mi alleno sempre".

Ecco, allora parliamo del 2024: il suo obiettivo sportivo, naturalmente, sono le Olimpiadi: attraverso quali tappe ci arriverà?

"Primo e unico obiettivo le Olimpiadi, certo, ma prima c’è l’Europeo a Roma, la prima volta nella mia carriera, mi piacerebbe onorare quella gara, la curva dello stadio… Però resterò concentrato sul mio sogno olimpico, anche se l’Europeo rappresenta un passaggio importante. Spero di non andare incontro a problemi fisici, perché resta il fatto che tutto è in funzione di Parigi".

Nessun saltatore ha mai vinto due Olimpiadi: è l’obiettivo più ambizioso, quello con cui potrebbe scrivere la storia dell’atletica mondiale più di quanto ha già fatto?

"Indubbiamente sì, è un sogno enorme e, mi rendo conto, molto pretenzioso, visto che nessuno c’è mai riuscito. Dal punto di vista fisico non mi sento il più forte per riuscirci, ma ci sono tanti altri fattori, il fatto di restare concentrato, di avere uno staff di livello estremamente alto. Non sarà una passeggiata, ci saranno tanti atleti fortissimi, prima di tutto Barshim, uno che dal punto di vista fisico è tra i più grandi di tutti i tempi".

E dopo Parigi con sua moglie Chiara penserete a un figlio?

"Lo stiamo posticipando ormai da qualche anno. E’ una vita, quella dell’atleta di alto livello in questo sport, in cui è richiesto il tutto per tutto e che mal si concilierebbe con un figlio. Siamo entrambi innamorati dei bambini, e il 99% del tempo libero sarebbe da destinare a un figlio, un bambino sarebbe una priorità, diversamente da come è adesso. Ma in questo momento è doveroso per me cercare di fare di tutto per vincere a Parigi".