Cerchiamo subito un compratore Tra due mesi sarà troppo tardi

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di Barbara Calderola

"Bisogna riaprire subito la fabbrica e cercare un compratore". È il piano dei metalmeccanici brianzoli per salvare i 152 posti cancellati dalla Gianetti Ruote tre giorni fa via mail. "Dobbiamo rispondere immediatamente ai clienti, fra due mesi sarà troppo tardi e l’azienda non sarà più appetibile. Il mercato corre", spiega Vittorio Sarti, segretario Uilm-Uil regionale, fisso al presidio di Ceriano. "È essenziale riaccendere le linee", rincara Pietro Occhiuto, alla testa della Fiom brianzola, anche lui sempre al fianco degli operai. Pure ieri l’amministratore delegato Goran Mihajlovic si è presentato scortato dai carabinieri in ufficio alle 7.30, "ma non permette a nessuno di entrare e uscire. I lavoratori non possono neanche ritirare gli effetti personali dagli armadietti e dalle scrivanie", sottolineano i sindacati.

In tarda mattinata è arrivata l’ipotesi di una prima data per un tavolo fra le parti: 14 luglio, "fuori dalle regole", taglia corto Francesco Caruso alla testa della Uilm territoriale che ha chiesto ad Assolombarda "il rispetto della legge: la convocazione deve essere fissata al massimo 7 giorni dopo la richiesta", quindi non oltre il 12. "Questa è l’azienda dove i dipendenti sono stati costretti a lavorare senza mascherina durante le prime fasi della pandemia e a fare gli straordinari per rispettare gli ordini e oggi vengono trattati come pacchi dei quali disfarsi – ricorda Sarti –. Questa è l’azienda che sei mesi fa ha licenziato tre delegati per poi riassumerli in 48 ore e la stessa che ha presentato ricorso contro una delle tre condanne ricevute per condotta antisindacale. Basta con le schermaglie, qui ci sono 152 famiglie sull’orlo del baratro".

Anche la Regione ha contattato i vertici aziendali "per chiarire con urgenza la situazione". "Abbiamo chiesto un incontro in tempi brevissimi – dicono gli assessori Guido Guidesi (Sviluppo economico) e Melania Rizzoli (Lavoro) –. La decisione della proprietà è incomprensibile anche per i modi lesivi della dignità dei lavoratori con cui è stata comunicata e che rischiano di creare allarme sociale. Siamo disponibili a trovare una strada comune, ma alla stesso tempo chiediamo alla proprietà massima collaborazione e responsabilità".